by Redazione | 6 Luglio 2023 7:00
Mercato immobiliare alberghiero stabile in Europa, cresce invece a doppia cifra in Italia. Il dato emerge dal Rapporto 2023 sul mercato immobiliare alberghiero, presentato nel corso di Hospitality Forum 2023, organizzato a Milano da Castello Sgr e Scenari Immobiliari.
Nel vecchio continente il fatturato si assesta a 20,5 miliardi nel 2022, nel nostro Paese sale del 40% a 3,5 miliardi e si prevede un ritorno ai livelli pre pandemici entro la fine del 2024. A livello mondiale gli investimenti immobiliari alberghieri nel 2022 sono lievemente diminuiti, -1,5 per cento rispetto al 2021, raggiungendo i 72 miliardi di euro.
«Il 2023 – nota Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – è iniziato in modo positivo per il mercato immobiliare alberghiero europeo. L’attività degli investitori è aumentata dopo la limitata intensità del 2022, con un incremento delle allocazioni nel comparto, rispetto al primo trimestre dello scorso anno, superiore al 15% che porta a 4 miliardi di euro di patrimonio investito. La solida ripresa dei flussi turistici e la rimessa a sistema del patrimonio immobiliare non ha provocato l’effetto sperato dal lato degli investimenti istituzionali».
«La crescita del fatturato generato dal mercato immobiliare alberghiero italiano nel 2022 – osserva Giampiero Schiavo, ceo di Castello Sgr – è senza dubbio un segnale incoraggiante. Vista l’incertezza che caratterizza questo momento storico, è necessario comunque che tutti gli attori del mercato continuino ad impegnarsi soprattutto su due direttrici: rendere maggiormente attrattivo l’intero territorio nazionale, anche attraverso un rafforzamento delle infrastrutture, e continuare a rinnovare il patrimonio alberghiero italiano per essere maggiormente attrattivi sul versante del turismo internazionale”.
Nel corso del 2022 il turismo internazionale globale ha recuperato il 66% dei livelli pre pandemia: a fine anno il numero di turisti che hanno viaggiato all’estero è arrivato a 960 milioni, più del doppio del 2021, anche se ancora il 34% in meno rispetto al 2019.
L’Europa, la più grande regione di destinazione al mondo, ha registrato 585 milioni di arrivi nel 2022, raggiungendo quasi l’80% dei livelli pre pandemia. Nonostante l’emergere della variante Omicron a inizio anno e l’avvio dell’offensiva russa sull’Ucraina e il contesto economico difficile, il turismo internazionale ha mostrato una buona capacità di adattamento, come dimostra la forte ripresa degli arrivi: passando dal –59% del primo trimestre del 2022, rispetto al medesimo periodo del 2019, al –28% nell’ultimo trimestre dell’anno appena concluso, sempre in rapporto al medesimo periodo dell’anno pre pandemico.
In Europa il volume complessivo degli investimenti nel 2022 ha raggiunto i 15 miliardi di euro, in diminuzione di circa il 10% sul 2021. Da un lato è evidente il crescente interesse per alberghi meno esposti all’incremento dei costi, dall’altro permane l’attenzione per le località turistiche classiche e storiche. In Italia il mercato immobiliare alberghiero nel 2022 ha mostrato un calo del 7% del volume di investimenti rispetto all’anno precedente, attestandosi a 1,7 miliardi di euro, nonostante un incremento del fatturato complessivo rispetto al 2021. Le ragioni di questo risultato sono riconducibili al concretizzarsi dei primi segnali di rallentamento causati dal progressivo rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce e dal conseguente atteggiamento attendista degli investitori. Le allocazioni degli ultimi 18 mesi hanno riguardato poco più di 80 strutture ricettive 3 stelle, 26%, 4 stelle, 41% e 5 stelle, 32%, rilevate dal mercato. Solo nel 2022 gli investimenti hanno interessato più di 4.000 camere.
Lo stock residenziale in Italia ammonta circa 35,4 milioni di unità, parte di esso viene oggi dedicato all’affitto breve per ragioni di svago e di lavoro. Una parte riguarda i bed & breakfast, a livello nazionale il numero di strutture risulta pari a oltre 33 mila unità, una quota riguarda 120 mila appartamenti privati gestiti da società strutturate in maniera professionale mentre la porzione più consistente, 465 mila appartamenti, riguarda immobili di proprietà di privati immessi sul mercato della locazione breve con gestione autonoma.
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