Ci sono ancora molte opportunità di investimento nel mercato turistico-alberghiero in Italia, ma il tempo è tiranno. Se nel 2017 gli investimenti nel settore sono stati pari a 1,6 miliardi di euro (quelli internazionali sono più del 60%, pari a 1,1 miliardi), con una crescita dei volumi di investimento del 7,2% dal 2016, a disposizione dei potenziali investitori nel settore turistico ci sono ancora 13-15 miliardi in immobili e proprietà su cui far nascere nuovi progetti nel settore dell’ospitalità.
A tracciare il quadro dei rapporti tra Npl (in sintesi, crediti deteriorati rimati in pancia agli istituti di credito) e turismo ci ha pensato una relazione di Deloitte durante un convegno a Milano (“Npl nel turismo, opportunità di mercato e filiera virtuosa”), che ha messo in luce tra le altre cose come ben il 50% del credito deteriorato del mercato italiano sia garantito da immobili, di cui il 10% rappresentato da immobili a destinazione turistico-ricettiva.
«Nell’attuale momento storico il mercato dei crediti in sofferenza è attivo e si assiste allo sviluppo del mercato degli Utp, i cosiddetti “unlikely to pay”; fra qualche anno lo stock di crediti deteriorati si ridurrà per effetto di cessioni e cancellazioni e pertanto anche l’offerta di investimenti alternativi sarà ridotta», ha detto durante l’incontro Umberto Rorai, partner di Deloitte.
Insomma, le opportunità non mancano, e per giunta a prezzi vantaggiosi, ma bisogna saperle cogliere al più presto. «Le transazioni che hanno riguardato il settore turistico-alberghiero hanno superato i 18 miliardi di euro negli ultimi anni e risultano in crescita con picchi del 15% dei volumi ceduti: occorre il supporto di partner competenti in portfolio advisory e real estate advisory per la valorizzazione di tali asset».