Estate, Isnart: occupato l’82% delle camere d’hotel

Estate, Isnart: occupato l’82% delle camere d’hotel
26 Luglio 14:14 2024 Stampa questo articolo

Sarà (nonostante tutto) un’estate ad alto gradimento nella ricettività alberghiera: secondo Isnart, l’Istituto nazionale ricerche turistiche di Unioncamere, nel periodo luglio-settembre il numero di prenotazioni risulta più alto di quello dello scorso anno che era già da record, con un tasso di occupazione all’82% per agosto (in linea nel complesso con l’85% di camere occupate nell’agosto 2023) e al 71% per settembre (60% lo scorso anno).

Prospettive ancora più rosee se paragonate al 2019, quando l’occupazione di luglio era al 69%, al 78% quella di agosto e al 49% quella di settembre. Tale andamento esprime tra l’altro anche una tendenza all’allungamento della stagione turistica, fattore da sempre considerato un’esigenza strategica per tutta la filiera.

«Le previsioni più che positive per la stagione estiva in corso – ha commentato il presidente di Isnart, Loretta Credaro – confermano un trend di crescita importante per l’intera filiera del turismo, dimostrando quanto questa concorra sempre più a sostenere l’economia e il Pil. È tuttavia necessario sostenere un turismo di qualità e non solo di quantità, con strategie capaci di contenere le dinamiche di overtourism che da un lato si rivelano sempre più difficilmente sostenibili da parte delle comunità locali e dall’altro rischiano, nel lungo termine, di compromettere l’attrattività delle destinazioni stesse a nocumento anche della stessa filiera».

È BOOM DI AFFITTI PRIVATI

Circa un quinto delle strutture ricettive (19%) segnala un aumento dei turisti stranieri, provenienti da Germania (63%), Francia (53%) e Regno Unito (44%), mentre il 16% delle strutture in generale dichiara un incremento degli italiani. Andamento positivo anche per gli affitti degli alloggi privati, che segnano un +20% in termini di notti prenotate presso strutture Airbnb per il periodo luglio-settembre 2024 rispetto all’anno scorso, passando da 10,3 a 12,4 milioni.

Anche per il mese di settembre il settore ricettivo alberghiero registra prenotazioni al 70%, in miglioramento rispetto all’occupazione di camere a settembre 2023 (62%). Il settore extralberghiero prevede di attestarsi al 72% di prenotato contro il 58% dell’occupato dello scorso anno. In particolare, gli alberghi in zone di campagna stimano il 76% di camere prenotate per agosto, in calo sullo scorso anno, ma con un recupero a settembre (dal 56% al 68%).

Le prenotazioni presso le strutture cittadine si attestano invece al 73% rispetto al 63% di camere occupate a settembre 2023. Considerando il periodo da giugno a settembre, nel complesso va evidenziato che le prenotazioni provengono nella stragrande maggioranza dei casi dai grandi portali Ota come Booking e TripAdvisor.

PREZZI PIÙ ALTI PER L’AUMENTO DEI COSTI DI GESTIONE

L’indagine Isnart conferma un trend di rincaro dei prezzi nella filiera turistica: in particolare, il 48% delle strutture dichiara di averlo fatto per fronteggiare l’aumento dei costi di gestione. Ma il fenomeno appare condizionato anche dalla consistente crescita della domanda soprattutto straniera e dal peso dell’inflazione, messo in evidenza dal 59% delle strutture al mare e dal 56% di quelle in montagna. Quanto alla mappatura tariffaria per tipologia di strutture, i prezzi aumentano maggiormente per gli hotel (59%) e per gli agriturismi (51%), mentre resta stabile il prezzo praticato dai camping e dai villaggi turistici (75%). Dal punto di vista territoriale il trend di rincaro risulta più marcato nel Nord-Est e al Sud e isole.

ADVANCED BOOKING USATO SOLO DAL 17% DEGLI ALBERGHI

In questo scenario, si segnala il fenomeno dell’advanced booking, ovvero della scontistica offerta a chi prenota per tempo, che coinvolge il 12% delle strutture ricettive. Nel dettaglio, la propone il 16% delle strutture al mare e il 13% di quelle in campagna, che possono contare su prezzi già mantenuti in gran parte stabili. A ricorrere a questa scontistica è poi solo il 17% degli alberghi.

Alla luce di costi sostenuti e prenotazioni ricevute finora, oltre la metà delle imprese stima un pareggio di bilancio per il 2024 (55%), mentre oltre un terzo degli operatori pensa di conseguire utili di esercizio, quota che aumenta al 44% per le strutture alberghiere. Guardando infine ai prodotti turistici, pensano di conseguire utili in bilancio le strutture ricettive in località termali (47%) e al mare (42%). Tra le aree territoriali, gli operatori più ottimisti sono quelli del Nord-Est (46%) e di Sud e isole (37%).

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore