Isole Faroe ombelico del mondo con Vestnorden

08 Ottobre 07:00 2019 Stampa questo articolo

I giovani tornano. Ragazze e ragazzi che sono andati all’estero a studiare o a lavorare, ritornano, magari per aprire un caffè, un piccolo ristorante, una galleria d’arte o un agriturismo. È uno degli effetti positivi della crescita del turismo registrata negli ultimi anni in Groenlandia, Islanda e alle isole Faroe, arcipelago della Danimarca. Ed è un effetto positivo che si riflette sulla qualità della vita della popolazione locale, perché grazie a queste iniziative si creano non soltanto posti di lavoro, ma anche punti di incontro e di aggregazione in villaggi e località in cui magari prima non c’era nulla, rendendoli quindi più attraenti non solo per i turisti ma anche per chi in quei luoghi ci vive.

Lo hanno sottolineato i responsabili del turismo dei tre Paesi della regione del Nord Atlantico che si presentano insieme a Vestnorden, l’evento business-to-business che ogni anno viene ospitato a rotazione da una delle tre destinazioni. Quest’anno si è svolto a Tòrshavn, la piccola capitale delle isole Faroe, e ha visto la partecipazione di oltre 380 professionisti del settore, tra espositori e buyer provenienti principalmente dall’Europa, ma anche da Stati Uniti, Canada, Australia, Cina, Giappone, India e Thailandia.

«Grazie all’unione delle nostre forze Vestnorden costituisce una grande opportunità per incrementare la visibilità e la conoscenza di questa regione – ha dichiarato Guðrið Højgaard, direttore di Visit Faroe Islands – E per i professionisti del settore rappresenta un’ottima occasione per presentare i propri prodotti, per rinsaldare legami già esistenti o fare nuovi incontri, e per creare un network di contatti che è ormai indispensabile nell’odierno mondo degli affari».

Come hanno ricordato i rispettivi responsabili del turismo, pur essendo relativamente vicine, e condividendo una natura assolutamente incredibile, Groenlandia, Islanda e Isole Faroe hanno infatti cultura, storia, tradizioni uniche e autentiche, per cui per certi aspetti sono naturalmente in concorrenza tra loro negli sforzi per attrarre i turisti, ma allo stesso tempo ogni strategia, ogni iniziativa promozionale e di marketing di una destinazione può essere fonte di ispirazione e di stimolo per le altre.

«Il nostro obiettivo è dimostrare che i luoghi remoti possono essere estremamente interessanti da visitare, e che sono in grado di offrire esperienze di viaggio davvero uniche. Perché soprattutto sei un paese piccolo, e situato in una parte remota di mondo, magari devi essere particolarmente creativo per incuriosire la gente e convincerla a venire a vedere cosa hai da offrire», ha spiegato Højgaard.

Proprio come hanno fatto all’inizio di quest’anno le Faroe, annunciando di aver chiuso ai turisti per un weekend un certo numero di siti, e invitando contestualmente 100 volontari da 25 Paesi che insieme con la gente del posto hanno contribuito a ripulire o migliorare le infrastrutture di quegli stessi siti. Un’iniziativa che ha portato le isole all’attenzione dei media di tutto il mondo, con un’esposizione mediatica che in termini pubblicitari sarebbe costata l’equivalente di 3,5 miliardi di dollari. Mentre per quanto riguarda per esempio la Groenlandia, basti pensare alla risonanza che ha avuto la proposta di Trump, intenzionato seriamente a comprarla.

Un’altra strategia lanciata a febbraio di quest’anno dall’ente del turismo delle Faroe riguarda lo sviluppo del turismo sostenibile fino al 2025, ed è stata chiamata “Join the Preservolution”: insieme evoluzione e soluzione, con la preservazione al centro. «Non vogliamo attrarre il maggior numero possibile di turisti, ma solo chi è per così dire compatibile con la nostra destinazione, e cioè chi ama e rispetta la natura, ed è interessato alla cultura locale e alle esperienze che possiamo offrire», ha detto ancora Højgaard.

Strategia e obiettivi condivisi anche da Islanda e Groenlandia, che pongono al primo posto proprio la sostenibilità dello sviluppo turistico, la professionalità degli addetti al settore e la qualità delle proposte, in grado di offrire un’esperienza autentica, e che proprio per questo sottolineano l’importanza del coinvolgimento della popolazione locale, che dovrebbe accogliere i turisti più come “abitanti temporanei” dei luoghi che come semplici visitatori, la cui presenza ha influenze positive dal punto di vista non solo economico, materiale, per esempio in termini di posti lavoro, ma anche culturale.

In questo senso un altro obiettivo comune, e fondamentale, è l’estensione della stagionalità, anche perché così chi lavora nel turismo possa lavorare tutto l’anno. E in effetti grazie anche ad alcune iniziative e proposte mirate, e agli ottimi collegamenti sia in aereo che in nave, il turismo nei Paesi di questa regione del Nord Atlantico sta cominciando a far registrare una crescita importante non solo in estate e in inverno ma anche in primavera e autunno.

Nel 2020 Vestnorden, evento che è supportato e promosso dalla Nata – North Atlantic Tourism Association in collaborazione con gli enti del turismo dei tre PaesI della regione, verrà ospitato dall’Islanda, dal 6 all’8 ottobre.

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Cristina Melis
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