by Fabrizio Condò | 6 Febbraio 2024 15:09
MILANO – Si fa sempre più intenso, anche dall’Italia, il traffico aereo nei cieli d’Israele. E non è una notizia banale all’interno di un quadro generale nella Striscia di Gaza che resta pur sempre assai critico, tanto da suscitare alle porte di Bit la protesta di alcuni manifestanti pro Palestina.
È vero, El Al non si è mai fermata dall’attacco di Hamas del 7 ottobre[1], assicurando i collegamenti con lo stato ebraico. Fa però tutt’altro effetto sapere dall’Ufficio nazionale israeliano del turismo – che in Bit ha ricevuto la visita del ministro del Turismo, Daniela Santanchè – che dopo Lufthansa, prima compagnia europea a riconnettere con quattro voli settimanali Tel Aviv con il suo hub di Francoforte e lo scalo di Monaco, sono ripresi anche i voli di altri vettori del Gruppo tedesco[2]: Austrian, con oltre otto frequenze a settimana tra Vienna e Tel Aviv, e Swiss, più di cinque volte a settimana da Zurigo.
Ryanair, invece, torna operativa a metà febbraio, cominciando dalle rotte da e per Karlsruhe/Baden Baden, Marsiglia, Memmingen, Milano e Vienna.
Il “decollo” più importante – auspicando, nel frattempo, notizie ancora più serene su tutti i fronti – avverrà comunque a marzo e ci riguarderà da vicino. Ita Airways[3], infatti, ha annunciato che riprenderà le rotazioni da Roma a Tel Aviv a partire dal primo giorno del mese. Identico iter per Neos – che aveva aderito al ponte aereo per riportare a casa i nostri connazionali[4] sorpresi dall’inizio del conflitto – mentre da metà marzo sarà possibile acquistare i biglietti sul sito di easyJet, con voli programmati da Milano. Nello stesso mese previsto il ritorno di Wizzair, prima da Roma e poi da altri aeroporti.
«È un grande segnale, soprattutto pensando a Ita e Neos – sottolinea Kalanit Goren, direttrice dell’Ufficio nazionale israeliano del turismo, giunta a Milano proprio per l’edizione di Bit 2024 – perché traduce la fiducia del mercato italiano nei nostri confronti. Le compagnie hanno ripreso l’attività, ma naturalmente sperano di poter riavere a breve gli stessi numeri precedenti a ottobre 2023. Così come noi ci auguriamo che, nel più breve tempo possibile, torni regolare anche il flusso di turisti verso Israele. Ovviamente tutto dipende dall’evoluzione della situazione geopolitica».
E Kalanit Goren guarda già oltre. Perché, osserva, «così com’è successo con il Covid, è indispensabile avere una strategia per il giorno dopo». Che è e sarà sempre il più bello.
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