by Redazione | 25 Febbraio 2021 11:22
Ha raggiunto quota 4,3 milioni di persone vaccinate e oltre la metà della popolazione (circa 9 milioni) ha ricevuto almeno la prima dose. Israele si candida a essere destinazione turistica Covid free.
Il 21 febbraio è iniziata l’uscita dal lockdown, con la ripresa delle attività in modalità di convivenza, nel rispetto delle regole necessarie contro il coronavirus.
Gli israeliani hanno ripreso a partecipare a eventi culturali, a fare shopping nei centri commerciali, a visitare musei e a frequentare palestre.
Il turismo domestico sta lentamente ripartendo, prima con alloggi rurali (zimmers), ora anche con gli hotel, sotto le linee guida per il contenimento del Covid.
GREEN BADGE. Il requisito per l’accesso a hotel, eventi culturali e sportivi, palestre, piscine e luoghi di culto è il possesso del Green Badge, il bollino verde rilasciato dal ministero della Salute a chi ha ricevuto da almeno una settimana la somministrazione della seconda dose di vaccino e ha chi ha superato definitivamente il contagio. Il badge verde ha un codice Qr univoco e deve essere presentato in formato digitale o cartaceo, insieme al documento d’identità, all’ingresso di ogni luogo pubblico.
Hotel e alloggi rurali sono aperti al momento solo per il pernottamento: le strutture per la ristorazione sono chiuse al pubblico, ma è consentito il servizio in camera. L’ingresso in hotel è consentito anche ai minori di 16 anni con test del coronavirus negativo effettuato entro 48 ore dall’arrivo: questo solo perché i bambini non possono al momento essere vaccinati.
Gli hotel nell’area turistica del Mar Morto di Ein Bokek e Hamei Zohar sono designati come “isola verde”, ovvero possono riaprire completamente con tutti i servizi, per i possessori di badge verde e per i minori di 16 anni con test coronavirus negativo, effettuato entro 48 ore dall’arrivo.
Gli hotel di Eilat, invece, diventeranno isola verde solo se il livello di infezione in città si ridurrà al livello più basso entro le prossime due settimane.
PURPLE BADGE. Lo standard Purple Badge limita invece la partecipazione ad attività sociali e richiede l’allontanamento sociale e l’uso di mascherine (obbligatorio in Israele). Centri commerciali, mercati, negozi, musei, biblioteche, zoo, attrazioni turistiche all’aperto e safari hanno riaperto seguendo con precisione rigorosa l’uso del Purple Badge. Ciò significa restrizioni sul numero di persone ammesse nei centri commerciali e nei negozi a seconda delle dimensioni; divieto di apertura dei chioschi e di consumo di cibo e bevande all’interno; ingressi contigentati nei musei e nelle attrazioni all’aperto e sempre con prenotazione anticipata, con visite guidate fino a un massimo di dieci persone.
Il comprensorio sciistico del Monte Hermon sulle alture del Golan è aperto a tutti i visitatori, con registrazione anticipata. Riserve naturali e parchi sono aperti con registrazione anticipata e numero limitato.
Per le riunioni, c’è il limite di 10 persone all’interno e 20 all’esterno.
PROSSIMA FASE. Da domenica 7 marzo inizia la fase successiva dell’exit plan, a condizione che i tassi di infezione del Paese continuino a diminuire e cresca il numero di persone vaccinate.
Le nuove regole permetteranno agli hotel in tutto il Paese di offrire servizi completi. Le attrazioni al coperto, le sale per eventi e le conferenze saranno aperte per i possessori di Green badge. Bar e ristorantini, che fino a ora offrono solo servizi di asporto e consegna a domicilio, potranno riaprire seguendo gli standard del Purple badge.
Per i raduni si passerà al limite di 20 persone ammesse all’interno e 50 in esterno (a eccezione delle città rosse in cui resterà in vigore il rapporto 10:20)
Aeroporti e attraversamenti terrestri di Israele rimangono chiusi almeno fino al 6 marzo, con un massimo di 2.000 cittadini israeliani ammessi nel Paese ogni giorno, a condizione che abbiano ricevuto un permesso speciale dal comitato governativo di esenzione.
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