Tra i dossier sul tavolo degli “affari correnti” del premier dimissionario Mario Draghi c’è quello delicato di Ita Airways con la scelta del partner internazionale che dovrebbe rilanciare la compagnia nazionale.
A inizio luglio sono state depositate le offerte vincolanti di Msc-Lufthansa e del fondo Certares, quest’ultima in partnership commerciale con Air France e Delta. Secondo indiscrezioni apparse sui media, la scelta dovrebbe ricadere sulla prima cordata, sia per la differenza dell’offerta economica, che per le possibili sinergie aeree-marittime in termini di intermodalità, prospettiva che riserva non poche chance di sviluppo anche nel segmento cargo.
Trattative esclusive, dunque, sarebbero state avviate proprio con Msc-Lufthansa, la cui offerta sarebbe stata di 800 milioni di euro, più alta dei 600 milioni di Certares, ma entrambe ridimensionate rispetto alle stime di inizio anno che si avvicinavano al miliardo.
Prendere o lasciare, quindi e la questione rientra in quella attività di ordinaria amministrazione “allargata” concessa dal Capo dello Stato Sergio Mattarella al governo Draghi fino alle elezioni del 25 settembre.
Del resto, l’atto finale della scelta del partner è un atto esecutivo contemplato da un dpcm approvato l’11 febbraio scorso sulla privatizzazione del vettore. E resta il fatto che si deve fare in fretta perché la mancata vendita provocherebbe un contenzioso con l’Unione europea che ha autorizzato il governo italiano a concedere risorse per il vettore ex Alitalia pari a 1.350 miliardi di euro, vincolando l’erogazione dell’ultima tranche da 400 milioni al buon esito della trattativa per l’ingresso di un partner. Una soluzione apparsa subito un favorevole compromesso per scongiurare l’accusa di aiuti di Stato e quindi l’avvio di una procedura d’infrazione con salatissime sanzioni nei confronti dell’Italia.
Dunque tempi strettissimi per consentire a Ita Airways di viaggiare in cieli tranquilli e sereni nel durissimo periodo autunnale, quando si assiste al calo fisiologico di traffico aereo.
Al momento, infatti, la compagnia aerea nazionale sta facendo il pieno di passeggeri e quindi di ricavi con la stagione estiva in corso che vede circa 2,5 milioni di prenotazioni, poco più della metà sulle tratte domestiche e il resto su quelle internazionali, con il tesoretto di ben 320mila passeggeri previsti solo sulle rotte intercontinentali tra giugno e settembre.
Risultati confortanti anche dal punto di vista economico poiché Ita Airways – che viaggia con un load factor superiore all’85% – sta sfruttando, come tutte le altre aerolinee, i rincari del 30-35% delle tariffe sulle tratte internazionali e intercontinentali, schivando il caos cancellazioni e raggiungendo il suo primo utile d’esercizio entro fine settembre, come da tabella di marcia del suo piano industriale.
Ancora una volta, dunque, il pallino è in mano al solito super Mario Draghi che, entro pochi giorni, può e deve pronunciarsi sul dossier Ita per dare il via libera alla trattativa finale entro l’inizio di un autunno che per il sistema-Paese si preannuncia pesantissimo e denso di nubi. Un modo per evitare alla compagnia di bandiera turbolenze difficili da gestire senza un partner forte al suo fianco.