La lancetta della nuova Alitalia si sposta a dopo l’estate. A dare un nuovo timing al decollo della newco Ita – Italia Trasporto Aereo ci pensa l’amministratore delegato Fabio Maria Lazzerini, come ricostruito da Teleborsa. Nel suo intervento al quarantennale dell’Enav, a Roma Ciampino, il manager dichiara: «Abbiamo sviluppato 15 scenari di piano industriale. L’interazione con la Commissione Ue è stata sempre costruttiva, anche se complessa, perché si richiedono diversi parametri di discontinuità rispetto al passato». Ma «ci stiamo avvicinando davvero al punto decisivo, penso che per l’autunno saremo pronti», afferma Lazzerini, sottolineando: «Abbiamo mappato 2.135 processi che dobbiamo eseguire nei 90 giorni dopo l’ok per riuscire a essere operativi: sappiamo cosa dobbiamo fare, sappiamo come farlo, stiamo solo aspettando che qualcuno schiacci il bottoncino per farci partire».
Dall’ad di Ita anche una panoramica del piano industriale presentato al Parlamento, difeso «con le unghie e con i denti» di fronte alla Commissione europea. «È prevista un’integrazione di lungo, breve e medio raggio. Questo è infatti il tratto distintivo di una compagnia che non vuole essere una low cost. Nasciamo come vettore tradizionale che fa del servizio che si basa su un hub, nel nostro caso Fiumicino e in parte Linate, la sua strategia fondamentale. L’hub funziona aumentando i voli a lungo raggio in maniera coerente con i voli di breve e medio raggio che possono alimentare il lungo raggio e viceversa».
Secondo Lazzerini, proprio il long haul è una priorità, settore su cui si è progressivamente disinvestito contribuendo alla crisi della compagnia. «Abbiamo rilevato – ricorda il manager – che tutte le crisi più importanti di Alitalia hanno determinato un taglio dei collegamenti intercontinentali per preservare il Milano-Roma, considerato la “gallina dalle uova d’oro”. Qualche anno fa è stato fatto un piano industriale che puntava su questa tratta mentre stavano finendo di imbullonare i binari dell’Alta Velocità, cosa che faceva facilmente prevedere un certo shift di traffico tra l’aereo e il treno, come è poi puntualmente avvenuto. Questo continuo taglio del lungo raggio ha fatto sì che anche le rotte a breve e medio raggio facessero fatica a sostenersi».
La parola d’ordine della nuova Ita, comunque, dovrà essere flessibilità. Rispetto al 2019, ricorda Lazzerini, Iata prevede una crescita tra il 30% e il 70%: «Bisogna essere in grado di scalare gli investimenti nel momento in cui la domanda riprenderà, senza impegnare troppo il capitale, per evitare di arrivare invece con il fiato corto nel momento in cui la ripresa dovesse essere un po’ più lenta del previsto».