by Redazione | 9 Settembre 2021 9:05
Scadute le 48 ore di tempo[1] concesse da Ita, l’accordo con i sindacati non c’è stato. Ma nonostante ciò l’azienda ha deciso di andare avanti per la sua strada. Attraverso una nota, la newco pubblica, erede di Alitalia, ha confermato l’intenzione di procedere all’assunzione delle 2.800 persone con stipendi che, a quanto si apprende, sarebbero ridotti del 30-40%.
“Nell’impossibilità di soluzioni condivise, la conclusione di questa fase deriva dalla necessità di attivare i numerosi e complessi processi per garantire la partenza operativa il 15 ottobre e per consentire alle strutture aziendali l’esame delle circa 30mila candidature ricevute (oltre 7mila delle quali – pari al 70% degli attuali dipendenti – provenienti da Alitalia)”, si legge.
La frattura con i sindacati emerge con chiarezza anche nelle parole del presidente del vettore, Alfredo Altavilla, che esprime “rincrescimento per l’impossibilità di arrivare a un accordo, motivata dal perdurare di pregiudiziali puramente formali che nulla hanno a che fare con il merito e la bontà del progetto relativo alla nascita di Ita e che rispecchiano consuetudini e linguaggi non più attuali”.
In merito all’incontro di mercoledì, nella sede della compagnia, Ita ha fatto sapere che, oltre ai rappresentanti dell’azienda, sono intervenute le associazioni professionali Anpac, Anpav, Anp e Fast – Confsal che si sono dichiarate disponibili alla firma dell’accordo di chiusura della procedura.
Nel corso della mattinata, invece, le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo – assenti all’incontro – avevano fatto pervenire all’azienda una controproposta che escludeva le associazioni professionali dalla firma della stessa.
“La compagnia, rilevata la indisponibilità alla firma unitaria dei testi presentati il 6 settembre, requisito imprescindibile per accompagnare la nascita di un progetto così ambizioso e di respiro internazionale, ha preso atto della impossibilità di addivenire a un accordo”, si legge nella nota.
Una parte dei lavoratori ex Alitalia hanno protestato, sempre nella giornata di mercoledì, a Roma e a Fiumicino, con i sindacati che avevano dichiarato «inavvicinabili» le posizioni con la nuova compagnia.
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