by Andrea Lovelock | 12 Giugno 2024 10:48
In attesa del verdetto Ue sull’operazione Ita Airways-Lufthansa, che arriverà entro il 4 luglio, i vertici della compagnia aerea nazionale hanno incontrato i sindacati, fornendo loro un aggiornamento sulla trattativa con Bruxelles, i cui dettagli sono stati ormai ampiamente riportati[1], e illustrando i buoni risultati dei primi 5 mesi dell’anno[2] con un aumento del 36% dei ricavi sul 2023, un Ebit a 40 milioni di euro e una liquidità di cassa rassicurante pari a circa 420 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno 240 milioni di un finanziamento richiesto per l’acquisto di nuovi aeromobili di proprietà, per chiudere l’anno – come da Piano industriale – con una flotta di 96 velivoli.
Secondo quanto le rappresentanze sindacali hanno riferito ai media al termine dell’incontro con il presidente di Ita, Antonino Turicchi e il direttore generale, Andrea Benassi, il vero nodo nella trattativa con Bruxelles rimangono i collegamenti di lungo raggio[3] e in particolare nel Nord America con i voli su San Francisco, Washington, Chicago e Toronto. Infatti, la Commissione Ue ha giudicato insufficiente[4] la proposta di congelare l’ingresso di Ita nella joint venture con United e Air Canada per due anni. Ma pare che nell’ultima lettera inviata da Lufthansa e Mef[5] si sia giocata la carta di accordi di interlinea per assicurare l’ingresso di nuovi competitor esterni a Star Alliance a tutela della concorrenza.
«Da quanto espresso dai vertici Ita abbiamo appreso che lo stato dell’azienda è buono – ha dichiarato Fabrizio Cuscito di Filt-Cgil – e con questi dati positivi si può e si deve ragionare su investimenti, apertura di nuove rotte, aumento del numero di aerei di lungo raggio, nuove assunzioni e il rinnovo contratto nazionale con il giusto aumento dei salari e delle tutele». Positiva anche la valutazione di Ivan Viglietti di Uiltrasporti che si è soffermato sull’importanza di un aumento della capacità d’offerta aerea del 35% per la stagione estiva che potrà garantire al vettore di operare al meglio, incassare di più e mantenere performance all’altezza di una compagnia che vuole crescere.
Dai sindacati c’è anche la conferma della piena condivisione sulle recenti valutazioni del direttore generale di Iata, Willie Walsh, il quale, interrogato sull’operazione Ita-Lh, ha esplicitamente dichiarato che senza un accordo con il Gruppo tedesco, la compagnia italiana non avrebbe futuro[6], e tutte le sigle sindacali hanno ribadito che l’unione con Lufthansa, attraverso l’acquisizione del 90% di Ita per 830 milioni di euro, produrrebbe benefici per il trasporto aereo europeo, oltre a salvaguardare migliaia di posti di lavoro.
E sempre ieri si è fatta sentire la voce di Altro Consumo che, in difesa degli utenti aerei e apprezzando il lavoro svolto fino ad oggi dalle istituzioni comunitarie[7] a garanzia del mantenimento dell’equilibrio concorrenziale nel mercato europeo, in una nota «invita gli attori coinvolti a prendere in debita considerazione le conseguenze che si avrebbero per tutti nell’ipotesi di una possibile ennesima crisi nei conti della compagnia italiana conseguente al mancato accordo in definizione e che, come già successo nei decenni passati, potrebbe anche comportare nuovi oneri per la fiscalità generale e, di conseguenza, per i consumatori e i contribuenti italiani».
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