Roba da non crederci: un litigio in tarda serata su un’oscillazione di 10 milioni di euro ha bloccato l’accordo tra Ita Airways e Lufthansa in procinto di inviare il dossier con i remedies che l’Antitrust Ue deve vagliare per il via libera definitivo al matrimonio. Il confronto non metterebbe comunque in forse la prima tranche di 325 milioni e, scrive l’agenzia Radiocor, filtra un certo ottimismo sulla riuscita dell’operazione.
Tuttavia, la scadenza per consegnare alla Commissione i documenti attesi è fissata lunedì 11 novembre. Quella del 4 novembre, precisano fonti vicine al dossier, era per la firma dei contratti con le aviolinee che faranno concorrenza all’alleanza italo-tedesca: easyJet, Air France e Iag. Ma ricostruiamo le ultime frenetiche ore di una telenovela infinita.
LITE NELLA NOTTE
In base a quanto appreso in esclusiva dal Corriere della Sera, l’animata discussione, sfociata nel congelamento dell’accordo, sarebbe stata originata dalla richiesta di Lufthansa di rivedere al ribasso il costo finale dell’operazione (829 milioni di euro) e, di conseguenza, l’ammontare della seconda tranche, dopo il versamento dei 325 milioni già pattuiti per l’acquisizione della quota azionaria del 41%. Secondo Radiocor, ballerebbero 10 milioni di euro. Uno “sconto”, quello chiesto da Lufthansa, giustificato dal costo di alcuni investimenti fatti dopo l’accordo del 2023
In extremis, quindi, i referenti del Mef avrebbero deciso di non firmare, replicando seccamente che Ita Airways «non si può svendere», visti anche i recenti buoni risultati che hanno ulteriormente valorizzato il peso operativo del vettore nello scenario aereo internazionale.
Quella del Mef sarebbe l’unica firma che manca sui documenti che certificano il piano finale dell’alleanza Ita-Lufthansa e che, a quanto si apprende da fonti europee, non è stato consegnato a Bruxelles, come invece era previsto per ottenere l’ultimo via libera Ue. Le carte erano state siglate da entrambe le compagnie e da easyJet, Air France e Iag, che fanno parte dell’intesa sugli slot,
LA GESTIONE DEGLI SLOT
Sempre ieri sera, infatti, le agenzie di stampa avevano battuto le indiscrezioni sui remedies, indicando proprio questi tre vettori come quelli individuati per gestire gli slot rilasciati da Ita e Lufthansa su Milano-Linate per il corto-medio raggio e su Roma-Fiumicino per le rotte intercontinentali.
Fonti vicine a Bruxelles avevano confermato che i contratti previsti dai remedies stabiliti dalla Ue per il closing Ita-Lh, riguardavano nel dettaglio la cessione di 192 slot settimanali nella stagione invernale e 204 in quella estiva (pari a circa 15 coppie di slot giornaliere, ovvero 30 voli tra andata e ritorno).
La low cost britannica indicata per le rotte tra l’Italia e l’Europa centrale, in particolare su Bruxelles, Zurigo, Vienna, Monaco e Francoforte. Air France e Iag (holding di British, Iberia, Vueling e Aer Lingus) tramite i loro hub – Parigi e Londra – sui lunghi collegamenti da Fiumicino verso Washington, San Francisco e Toronto.
LE REAZIONI
La Commissione Europea, fa sapere un portavoce dell’esecutivo Ue, è “in stretto contatto” con il Mef e Lufthansa per la finalizzazione dell’accordo sull’integrazione tra le due compagnie, ma nessun commento sulla scadenza per la consegna del piano finale dell’alleanza.
Tutto tace al Mef. Lufthansa, invece, ha fatto sapere all’Ansa: “Abbiamo aderito all’accordo del 2023 con il ministero dell’Economia e delle finanze italiano per acquisire una quota del 41% in Ita Airways e firmato il pacchetto di misure correttive necessarie entro la scadenza concordata”.
Bocche cucite nel quartier generale di Ita, a parte un laconico “è un tema che stanno vedendo Mef e Lufthansa, non commentiamo”.
Arriva anche la dura reazione della Uiltrasporti che chiede al Mef di convocare in maniera urgente le parti sociali. «È già un fatto grave l’aver appreso da fonti di stampa della mancata firma da parte del Mef del documento da inviare alla Dg Competition che avrebbe dovuto segnare l’ingresso di Lufthansa nel capitale di Ita», sottolineano in una nota il segretario generale, Marco Verzari, e il segretario nazionale, Ivan Viglietti.
«Questa mancata firma – osservano – rischia di pregiudicare il buon esito dell’operazione e, se questo accadesse, sarebbe un fatto estremamente grave perché, a fronte di una trattativa con la commissione Ue portata avanti per mesi dal Mef e da Ita senza coinvolgere in alcun modo le organizzazioni sindacali, ora sarebbero proprio le lavoratrici e i lavoratori che in questi ultimi anni hanno fatto tanti sacrifici, a ritrovarsi davanti a uno scenario a rischio. Tutto questo è inaccettabile per un governo che dovrebbe assicurare al paese uno sviluppo industriale e stabilità ai lavoratori».
Ecco perché Verzatti e Viglietti chiedono «una convocazione urgente. Non accetteremo in alcun modo un futuro incerto per le migliaia di lavoratrici e lavoratori di Ita, dell’indotto e di chi è ancora in cassa integrazione. Non siamo interessati alle eventuali dinamiche di governance, a noi interessano gli investimenti per la crescita della compagnia aerea».
Situazione delicata, non bisogna perdere tempo: «Il Mef smetta di scherzare col fuoco, definisca subito la trattativa con Lufthansa chiedendo e ottenendo investimenti a garanzia della crescita della flotta, dell’occupazione e del rinnovo del contratto collettivo di lavoro, e metta sul piatto anche suoi investimenti affinché Ita possa avere un ruolo da protagonista all’interno delle alleanze internazionali degno del nostro Paese».
Testimoni e invitati sono pronti. Gli sposi si fanno ancora desiderare. Speriamo non a lungo.