La notte porta (l’ultimo) consiglio. Il Mef ha siglato l’accordo alle nozze Ita-Lufthansa “a condizioni economiche invariate” e il piano finale è stato inviato a Bruxelles. Dopo l’ennesima settimana di passione e trattative serrate è arrivato il sospiratissimo sì poco dopo le 23, proprio sul filo del gong, considerando che la scadenza era fissata per le 23,59.
Alle spalle un anno e mezzo tortuoso di fidanzamento, ora è tempo di remedies, confetti e figli maschi, ma sarà bene non dimenticare le tappe che hanno partorito il comunicato del Mef: telenovela chiusa, nessuno sconto per Lufthansa: “Sono stati inviati alla Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Europea gli accordi rientranti tra le misure correttive presentate con riferimento all’operazione di concentrazione che prevede l’ingresso di Deutsche Lufthansa nel capitale di Ita Airways, come previsto nella decisione della Commissione del 3 luglio scorso“.
“Si attende con fiducia – prosegue la nota – l’approvazione definitiva della Commissione per procedere al closing dell’operazione. Le condizioni economiche previste non hanno subito variazioni rispetto all’accordo già siglato”.
Nodo di Gordio tagliato nella maniera più efficace, quindi, dopo lo scontro del 4 novembre, che ha rischiato di mandare a monte un affare apparecchiato: documenti già firmati da tutti – comprese easyJet, Air France e Iag, individuate per gestire gli slot rilasciati da Ita e Lufthansa – e pronti per essere spediti a Bruxelles, fino a quando il Mef si è impuntato sulla richiesta di sconto avanzata da Francoforte, perché non intenzionata a “cedere a ricatti e a svendere la newco”.
Secondo i rumors, la richiesta di sconto da parte di Lufthansa si aggirava fra i 50 ed i 200 milioni di euro, pari a circa il 40% del prezzo concordato, mediante ricalcolo della seconda e terza rata dell’investimento, che ammonta complessivamente ad oltre 800 milioni di euro. Mai messo in discussione invece l’aumento di capitale da 325 milioni per l’ingresso nel capitale di Ita, con una partecipazione del 41%.
I tedeschi allora hanno fatto un passo indietro e rinunciato alla corsa al ribasso, complice anche un faccia a faccia tra il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il ceo di Lufthansa, Carsten Spohr. A ricucire lo strappo, in particolare, la squadra del direttore generale del Dipartimento dell’Economia al ministero e capo delle partecipate, Marcello Sala.
“Il Gruppo Lufthansa conferma la presentazione di un pacchetto di rimedi alla Commissione Europea – annuncia Francoforte in una nota ufficiale – La presentazione è stata effettuata congiuntamente con il ministero dell’Economia e delle finanze italiano nei tempi previsti, l’11 novembre 2024. Il Gruppo è fiducioso che la Commissione approverà il pacchetto di rimedi nelle prossime settimane”.
Morale della favola: il plico degli impegni (i famosi remedies, appunto) per la tutela dell’equilibrio dei cieli ora è sul tavolo dell’antitrust Ue. Insomma, a meno di improbabili colpi di scena, questa volta sembra davvero fatta.
Ora i tecnici della squadra antitrust guidata dal Commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, si prenderanno qualche giorno per valutare il pacchetto e concedere, entro la fine di novembre, il via libera finale. Subito dopo il closing vero e proprio con l’ingresso di Lufthansa nel board di Ita: come aveva già preannunciato nelle settimane scorse Spohr, tutto lascia presagire che l’alleanza spiccherà il volo a inizio 2025.
Positiva la reazione all’intesa da parte di Uiltrasporti: “Bene che Mef e Lufthansa abbiano finalmente trovato un accordo, attendiamo ora il nullaosta finale per il closing e l’ingresso di Lufthansa nel capitale di Ita Airways”.
“Ora è il momento di iniziare a ragionare sugli investimenti per il futuro piano industriale della nuova gestione di Ita – prosegue la nota – Sarà importante prevedere sia un’integrazione rapida nell’alleanza Star Alliance che valorizzi Ita e il mercato italiano, sia investimenti nella flotta e sui nuovi mercati, che facciano crescere la compagnia italiana ed i collegamenti da e per il Paese, e, di conseguenza, l’occupazione, proseguendo con il reinserimento dei lavoratori ancora in ammortizzatore sociale e destinando le risorse necessarie ad un rapido rinnovo dei contratti di lavoro”.
Si apre, dunque, una fase nuova nella storia dell’aviazione civile italiana. Ripercorriamola, capitolo per capitolo.
IL RE È MORTO, W IL RE
Una monarchia assoluta: 63 anni, come la Regina Vittoria. Diventata l’unica compagnia di bandiera dopo la fusione con Linee Aeree Italiane nel 1957, Alitalia capitola ufficialmente il 10 ottobre 2020, rosolata a fuoco lento da una lunga serie di disavventure. Il governo Conte bis firma il decreto della nascita di Ita Airways, assegnandole in dote 20 milioni di euro: azionista unico il Mef. Un mese dopo il primo Cda. Per l’operazione serve l’ok di Bruxelles – il primo di una lunga serie – perché l’operazione è intrecciata ai prestiti ponte concessi nel 2017 e nel 2019 ad Alitalia, per un totale di 1,3 miliardi, considerati illegali dall’Ue.
Margrethe Vestager, pone una sola ma ferrea condizione: Ita deve essere assolutamente indipendente dalla vecchia compagnia e non «un’Alitalia travestita, pena la responsabilità del rimborso dei sussidi illegali». L’imprimatur dell’Ue arriva il 10 settembre 2021: Bruxelles riconosce la “chiara discontinuità tra Alitalia e Ita”, sottolineando anche che i conferimenti di capitale a favore della newco non si configuravano come aiuti di Stato. Si vola.
ITER DI PRIVATIZZAZIONE
Prima del decollo c’è da appianare una questione tutt’altro che banale: il business plan, infatti, prevede la cessione del brand Alitalia al miglior offerente con gara aperta. Ita partecipa e alla fine acquisisce il marchio per 90 milioni di euro. A questo punto ci siamo, è tutto pronto per il battesimo ufficiale della newco tra i cieli: è il 15 ottobre 2021. Base di partenza Milano Linate, rotta su Bari Palese, dove il volo AZ 1637 atterra alle 7.35. L’equipaggio indossa ancora la divisa dell’Alitalia, a bordo 60 passeggeri.
L’11 febbraio 2022 altro step: scatta l’iter di privatizzazione, in cima all’agenda del governo Draghi. Le prime due pretendenti a bussare alla porta di Ita sono Lufthansa e Msc, che però decide di farsi da parte con l’entrata in scena del consorzio Certares, in partnership con Air France e Delta. La svolta arriva il 25 maggio 2023: è il giorno dell’accordo tra il Mef e il Gruppo tedesco, che prevede l’ingresso di Lufthansa nel capitale di Ita con una quota del 41% (pari a un aumento di capitale di 325 milioni), con l’opzione di acquisire in un secondo tempo le azioni rimanenti. Fine secondo atto.
MARATONA FINALE
Allacciate le cinture, si sale sulle montagne russe. La marcia di avvicinamento al matrimonio tra Ita e Lufthansa è un susseguirsi di negoziati per ottenere l’ok dell’Ue. La Commissione, infatti, pone alcuni paletti e chiede di cedere alcuni slot per preservare la concorrenza. Ecco perché Ita e Lufthansa devono procedere ai remedies, cioè indicare le aerolinee competitor alle quali consegnare le 15 coppie di slot giornalieri su Milano-Linate peri voli intra-europei sugli scali di Amburgo, Monaco, Francoforte,Vienna, Zurigo, Bruxelles e per le rotte nordamericane (Usa-Canada).
L’operazione rischia di saltare, tra appelli dei sindacati e mugugni delle compagnie rivali, ma dopo complesse trattative il 3 luglio 2024 Bruxelles finalmente concede il suo benestare. Appuntamento al 4 novembre per l’ultimo step del closing, con brivido finale. La scelta dei vettori ricade su easyJet, Air France e Iag, ma sul più bello tutto si inceppa: sui contratti manca la firma del Mef, che si tira indietro davanti alla richiesta di Lufthansa di uno sconto sugli 829 milioni pattuiti. L’invio del piano finale all’Ue viene posticipato al giorno 11, prima del via libera definitivo. Amen.