Sono tanti gli analisti e i consumatori-passeggeri che, nella querelle tra Ita-Lufthansa e l’Unione europea, adombrano un paradosso: se, infatti, Bruxelles pretende un taglio di voli sulle tratte del Nord Atlantico, si rischia seriamente un forte rincaro delle tariffe poiché verrebbe meno una fetta consistente di quella offerta aerea che copre la direttrice Europa-Usa che rappresenta una delle più redditizie e corteggiate al mondo, scrive il quotidiano Corriere della Sera.
Senza considerare poi che le condizioni Ue peserebbero come macigni con un duplice e dannoso effetto: per i consumatori italiani, in quanto sarebbero costretti a utilizzare altre rotte per raggiungere gli States, e per Ita Airways perché dovrebbe rinunciare a decine di milioni di euro di profitti generati appunto dai collegamenti Italia-Usa-Canada.
Ci sarebbe poi una quarta paradossale conseguenza, ovvero l’ingresso delle compagnie aeree extra-europee sulle tratte dirette tra il nostro Paese e gli Usa, forte del precedente – caso davvero unico in Europa – di quel collegamento concesso Milano-Malpensa-New York operato da diversi anni da Emirates.
È bene ricordare che in base allo Statement of Objections inviato dall’Ue al Mef (referente di Ita Airwaays) e al Gruppo Lufthansa, ci sono 39 rotte definite “problematiche” dall’Ue e sulle quali è stato posto una sorta di veto che preclude il via libera all’operazione. Di queste trentanove ben otto sono quelle intercontinentali dirette servite da Ita Airways che dovrebbero essere ridimensionate o addirittura tagliate dal network.
Inoltre, nella missiva della Commissione Ue si spiega che “Ita e Lufthansa, oltre a ridurre i loro voli, dovrebbero trovare un concorrente al quale affidare le tratte liberate e aiutarlo economicamente coprendo i costi operativi”.
A conti fatti, in base alle pretese dell’Antitrust Ue sui tagli delle rotte sul Nord Atlantico l’Italia perderebbe rilevanti indici di connettività aerea a vantaggio di altri Paesi europei.