A margine della vicenda non ancora chiusa dell’Alitalia in amministrazione straordinaria e a poche ore dallo sblocco dell’operazione Ita Airways-Lufthansa, i sindacati tornano alla carica con la richiesta di riassunzione dei 2.059 dipendenti della ex compagnia di bandiera.
Sono i lavoratori in esubero che dal 2017 stanno ancora beneficiando di una lunga cassa-integrazione, tra l’altro prorogata più volte con il tentativo, riuscito solo in parte, di favorire un’uscita soft tra pensionamenti e ricollocamenti nella stessa Ita.
L’ultima proroga, ottenuta in extremis dai sindacati nel mese di settembre, é in scadenza il 31 dicembre ed infatti sono già partite le lettere del tanto temuto licenziamento collettivo. La procedura è stata avviata venerdì scorso e riguarda, tra gli altri, 1.170 assistenti di volo, 82 piloti e 100 addetti alla manutenzione degli aerei.
I lavoratori sono quasi tutti della ex compagnia, con una minima parte proveniente da Alitalia City Liner, compagnia regionale sussidiaria fondata nel 2006 con sede a Fiumicino. La stragrande maggioranza risiede tra Roma e il Lazio e di questi 1715 lavoravano a Fiumicino. Altri 300 erano in servizio tra Linate e Malpensa.
Dopo il licenziamento avranno diritto, come tutti coloro che perdono il lavoro, alla Naspi. Non è escluso, però, un intervento – anche questo in extremis – del Fondo di solidarietà per il trasporto aereo (finanziato da compagnie e lavoratori) che potrebbe integrare l’assegno sino all’80% della retribuzione lorda come già avvenuto per la Cigs.
Insomma, un pensiero in più per Ita, appena convolata a nozze con Lufthansa, che pure non vive giorni sereni nell’ipotesi che potrebbe vederla tagliare posti di lavoro. Ma adesso il tempo per la compagnia tricolore sembra volgere al bello. Lo ha detto chiaro e tondo il presidente di Ita Antonino Turicchi al side event del G7 Turismo di Firenze: «Questa azienda che ha avuto bisogno dei soldi degli italiani per nascere ora, effettivamente, è profittevole. L’anno scorso, dopo un anno, abbiamo raggiunto il profitto a livello operativo, quest’anno chiuderemo con 3 miliardi di fatturato e quindi faremo auspicabilmente Ebit positivo».