by Andrea Lovelock | 15 Novembre 2024 11:59
A margine della vicenda non ancora chiusa dell’Alitalia in amministrazione straordinaria e a poche ore dallo sblocco dell’operazione Ita Airways-Lufthansa[1], i sindacati tornano alla carica con la richiesta di riassunzione dei 2.059 dipendenti della ex compagnia di bandiera.
Sono i lavoratori in esubero che dal 2017 stanno ancora beneficiando di una lunga cassa-integrazione, tra l’altro prorogata più volte con il tentativo, riuscito solo in parte, di favorire un’uscita soft tra pensionamenti e ricollocamenti nella stessa Ita.
L’ultima proroga, ottenuta in extremis dai sindacati nel mese di settembre, é in scadenza il 31 dicembre[2] ed infatti sono già partite le lettere del tanto temuto licenziamento collettivo[3]. La procedura è stata avviata venerdì scorso e riguarda, tra gli altri, 1.170 assistenti di volo, 82 piloti e 100 addetti alla manutenzione degli aerei.
I lavoratori sono quasi tutti della ex compagnia, con una minima parte proveniente da Alitalia City Liner, compagnia regionale sussidiaria fondata nel 2006 con sede a Fiumicino. La stragrande maggioranza risiede tra Roma e il Lazio e di questi 1715 lavoravano a Fiumicino. Altri 300 erano in servizio tra Linate e Malpensa.
Dopo il licenziamento avranno diritto, come tutti coloro che perdono il lavoro, alla Naspi. Non è escluso, però, un intervento – anche questo in extremis – del Fondo di solidarietà per il trasporto aereo (finanziato da compagnie e lavoratori) che potrebbe integrare l’assegno sino all’80% della retribuzione lorda come già avvenuto per la Cigs.
Insomma, un pensiero in più per Ita, appena convolata a nozze con Lufthansa, che pure non vive giorni sereni nell’ipotesi che potrebbe vederla tagliare posti di lavoro[4]. Ma adesso il tempo per la compagnia tricolore sembra volgere al bello. Lo ha detto chiaro e tondo il presidente di Ita Antonino Turicchi al side event del G7 Turismo[5] di Firenze: «Questa azienda che ha avuto bisogno dei soldi degli italiani per nascere ora, effettivamente, è profittevole. L’anno scorso, dopo un anno, abbiamo raggiunto il profitto a livello operativo, quest’anno chiuderemo con 3 miliardi di fatturato e quindi faremo auspicabilmente Ebit positivo».
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