Il matrimonio Ita-Lufthansa s’ha da fare e non c’è un piano B in caso di mancato decollo. È la posizione molto netta di Ita Airways espressa dal presidente, Antonino Turicchi, alla conferenza stampa tenuta oggi a Fiumicino dai vertici della compagnia aerea. La data ultima per l’epilogo della vicenda legata all’accordo oscilla tra il 6 e il 27 giugno e dipenderà dai riscontri dei rimedi che Ita e Lufthansa intendono inviare a Bruxelles tra l’11 e il 26 aprile, deadline prevista dalla Commissione Ue, dopo la dura lettera di obiezioni.
LO STATO DI SALUTE DI ITA
Questo, allo stato attuale, il sentiment dei vertici Ita, anche alla luce dei buoni risultati a consuntivo del 2023. Dati alla mano, infatti, Turicchi, coadiuvato dal chief financial officer Claudio Faggiani ha fotografato lo stato di salute della compagnia: il conto economico ha chiuso il 2023 con ricavi/passeggeri per oltre 2,4 miliardi di euro, generando 900 milioni in più rispetto al 2022, con un risultato netto che risulta negativo a -5 milioni di euro, risultati finanziari con una cassa di 450 milioni di euro e un cash-flow operativo di 262 milioni di euro. La compagnia ha fatto segnare investimenti per 288 milioni di euro.
Turicchi ha esordito sottolineando: «Abbiamo raggiunto il breakeven – ovvero il pareggio operativo – con un anno di anticipo e perdite ormai limitate a 5 milioni di euro. Risultati più che soddisfacenti e che potevano essere ulteriormente positivi se avessimo potuto contare sul pieno supporto delle nostre partnership commerciali. Una crescita che la compagnia ha comunque fatto segnare su tutti i segmenti, dall’internazionale al nazionale, con il raddoppio dei ricavi, da 500 milioni a 1 miliardo di euro, sul segmento intercontinentale».
«Abbiamo comunque potuto finanziare l’acquisto degli aeromobili e la gestione economico-finanziaria è stata importante per sostenere questi sforzi di potenziamento della flotta – ha aggiunto Turicchi – Da precisare che a oggi Ita non ha potuto beneficiare degli investimenti di 325 milioni di euro derivanti dall’accordo con Lufthansa, che non è stato ancora possibile sbloccare, in attesa del suo epilogo slittato rispetto alle tempistiche previste».
«A prescindere dall’esito con Lufthansa – ha poi precisato il chief financial officer Faggiani – gli aerei nuovi saranno finanziati con investitori attraverso operazioni mirate già finalizzate. Nei giorni scorsi, ad esempio, abbiamo concluso un accordo di finanziamento per l’acquisto di 3 aeromobili di lungo raggio per un controvalore di 240 milioni di dollari».
L’AFFAIRE ITA-LUFTHANSA
Nel dettaglio, circa lo Statement of Objections arrivato da Bruxelles, Turicchi si è espresso in modo molto esplicito: «Sui rilievi della Commissione Ue posso dire che da parte dei due azionisti, Mef e Lufthansa, c’è un forte commitment a studiare le soluzioni. Mi piace precisare che le obiezioni non sono delle preclusioni e noi continueremo a fornire elementi per risolvere le criticità».
Turicchi, quindi, ha proseguito: «Quando si vedono queste objections si cerca di capire se riguardano i passeggeri o il mercato. Noi riteniamo che sulle rotte a lungo raggio bisogna rilevare due aspetti: innanzitutto il mercato italiano è uno di quelli più competitivi su tutti i fronti: domestico, internazionale e intercontinentale), inoltre, sul nazionale c’è un predominio delle low cost e quindi rafforzare Ita significherebbe renderla più competitiva anche a beneficio dei clienti-passeggeri».
E c’è un altro aspetto da sottolineare: «A livello internazionale sempre le low cost rappresentano oltre il 50% sui collegamenti europei. Realtà che devono essere prese in considerazione dall’Ue. Su questi mercati è il consumatore che sceglie in maniera fluida. Riguardo al lungo raggio noi siamo già cresciuti in modo importante, ma abbiamo 15 rotte e dire, come ha scritto Bruxelles, che tra queste ce ne sono 8 di troppo, ci sembra eccessivo»
Quindi la stoccata finale: «Non abbiamo un piano B perché crediamo fortemente in questo accordo e non ne vediamo altri: vorremmo che anche Bruxelles comprendesse e condividesse la nostra valutazione. Attraverso quest’operazione nessuno va a ridurre aerei, le rotte aumenteranno e crescerà molto anche l’offerta a beneficio dei consumatori. L’operazione non è di salvataggio, ma deve portare alla crescita di Ita: così l’abbiamo presentata a Bruxelles».
RISULTATI OPERATIVI
Riguardo ai risultati operativi di Ita, illustrati dal direttore generale Andrea Benassi, coadiuvato dal chief commercial officer Emiliana Limosani, la compagnia ha effettuato 124mila voli (+40% rispetto al 2022), con una media di 340 voli al giorno, trasportando 14,8 milioni di passeggeri (+47%). Solo su Fiumicino un traffico di quasi 10 milioni di passeggeri, con un load factor del 79%, che sull’intercontinentale ha toccato l’83%, e un indice di regolarità al 99%. Per il 2024 il vettore potrà contare su un network di 57 destinazioni, di cui 15 intercontinentali, 26 internazionali e 16 nazionali, con 11 collegamenti stagionali, di cui 8 internazionali (per Grecia, Spagna e Croazia) e tre nazionali.
«Abbiamo garantito – ha sottolineato Benassi — una redditività più alta per ogni singolo posto a bordo , con un raddoppio di performance soprattutto sul segmento intercontinentale. La flotta sarà determinante per la crescita del vettore: ci siamo rivolti a un unico fornitore, Airbus, che ci consente di ottenere efficienza operativa per utilizzo equipaggi. Degli 85 aerei in flotta ben 38 sono di nuova generazione, pari al 45%, ovvero la percentuale più alta di nuove macchine in tutta Europa. Nel 2023 abbiamo fatto entrare 28 aeromobili di nuova generazione, che ci ha garantito risparmi nei costi e nei consumi per gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Nel 2024 ne entreranno 26 per un totale di 96 aerei in flotta.
E ancora sui conti: «Solo nel primo trimestre 2024 i ricavi sono cresciuti del 41% rispetto al 2023 e questo significa una sempre più alta redditività. Infine, tra le novità della Summer, Ita effettuerà 7 voli diretti su Chicago, 6 su Toronto, 3 voli settimanali su Accra, 4 voli diretti settimanali su Dakar e nuovi collegamenti su London City, Riyad, Kuwait City, Gedda. In linea con le previsioni Iata che ha indicato proprio nel Medio oriente e Nord America i mercati con le maggiori crescite di traffico aereo».
STAR ALLIANCE E PROGRAMMI COMMERCIALI
Benassi ha poi chiarito un punto importante in merito alle partnership con le aerolinee di skyteam: «Ita ha in essere 30 accordi di code-sharing con le compagnie di Skyteam. Al momento del closing dell’accordo con Lufthansa, in tempi brevissimi avremo la possibilità di avviare la procedure d’ingresso in Star Alliance, ma questo richiede almeno 12 mesi per predisporre anche tutti gli accordi con gli altri vettori».
Procede a gonfie vele il programma di fidelizzazione Volare che ha toccato 1,8 milioni di iscritti, di cui un buon 60% appartenente alle Generazione X e Millennial. Come ha spiegato Emiliana Limosani: «Abbiamo creato un nuovo programma di fidelizzazione che si avvale anche delle partnership commerciali. Il 5% dei nostri associati appartiene all’high value club, ovvero ad alta redditività. Nel 2023 abbiamo lavorato su 25 partnership commerciali, principalmente nell’ospitalità, nelle assicurazioni e nella sostenibilità. Abbiamo siglato accordi con American Express e con nuove aerolinee del pool Skyteam. Vogliamo arrivare a circa 2,6 milioni di frequent flyer e finalizzare accordi con almeno 41 partner commerciali».
E sul trade Limosani ha concluso: «Riguardo al versante commerciale, il 65% delle nostre vendite è generato dal turismo organizzato e 35% tramite il nostro canale diretto. Crediamo fermamente nel mondo della intermediazione e abbiamo una forza vendite, sia sul leisure che sul corporate, con presenze commerciali in 22 paesi nel mondo».