by Andrea Lovelock | 27 Marzo 2024 15:15
Il matrimonio Ita-Lufthansa s’ha da fare e non c’è un piano B in caso di mancato decollo. È la posizione molto netta di Ita Airways espressa dal presidente, Antonino Turicchi, alla conferenza stampa tenuta oggi a Fiumicino dai vertici della compagnia aerea. La data ultima per l’epilogo della vicenda legata all’accordo oscilla tra il 6 e il 27 giugno e dipenderà dai riscontri dei rimedi che Ita e Lufthansa intendono inviare a Bruxelles tra l’11 e il 26 aprile, deadline prevista dalla Commissione Ue, dopo la dura lettera di obiezioni[1].
Questo, allo stato attuale, il sentiment dei vertici Ita, anche alla luce dei buoni risultati a consuntivo del 2023. Dati alla mano, infatti, Turicchi, coadiuvato dal chief financial officer Claudio Faggiani ha fotografato lo stato di salute della compagnia: il conto economico ha chiuso il 2023 con ricavi/passeggeri per oltre 2,4 miliardi di euro, generando 900 milioni in più rispetto al 2022, con un risultato netto che risulta negativo a -5 milioni di euro, risultati finanziari con una cassa di 450 milioni di euro e un cash-flow operativo di 262 milioni di euro. La compagnia ha fatto segnare investimenti per 288 milioni di euro.
Turicchi ha esordito sottolineando: «Abbiamo raggiunto il breakeven – ovvero il pareggio operativo – con un anno di anticipo e perdite ormai limitate a 5 milioni di euro. Risultati più che soddisfacenti e che potevano essere ulteriormente positivi se avessimo potuto contare sul pieno supporto delle nostre partnership commerciali. Una crescita che la compagnia ha comunque fatto segnare su tutti i segmenti, dall’internazionale al nazionale, con il raddoppio dei ricavi, da 500 milioni a 1 miliardo di euro, sul segmento intercontinentale».
«Abbiamo comunque potuto finanziare l’acquisto degli aeromobili e la gestione economico-finanziaria è stata importante per sostenere questi sforzi di potenziamento della flotta – ha aggiunto Turicchi – Da precisare che a oggi Ita non ha potuto beneficiare degli investimenti di 325 milioni di euro derivanti dall’accordo con Lufthansa, che non è stato ancora possibile sbloccare, in attesa del suo epilogo slittato rispetto alle tempistiche previste».
«A prescindere dall’esito con Lufthansa – ha poi precisato il chief financial officer Faggiani – gli aerei nuovi saranno finanziati con investitori attraverso operazioni mirate già finalizzate. Nei giorni scorsi, ad esempio, abbiamo concluso un accordo di finanziamento per l’acquisto di 3 aeromobili di lungo raggio per un controvalore di 240 milioni di dollari».
Nel dettaglio, circa lo Statement of Objections arrivato da Bruxelles, Turicchi si è espresso in modo molto esplicito: «Sui rilievi della Commissione Ue posso dire che da parte dei due azionisti, Mef e Lufthansa, c’è un forte commitment a studiare le soluzioni. Mi piace precisare che le obiezioni non sono delle preclusioni e noi continueremo a fornire elementi per risolvere le criticità».
Turicchi, quindi, ha proseguito: «Quando si vedono queste objections si cerca di capire se riguardano i passeggeri o il mercato. Noi riteniamo che sulle rotte a lungo raggio bisogna rilevare due aspetti: innanzitutto il mercato italiano è uno di quelli più competitivi su tutti i fronti: domestico, internazionale e intercontinentale), inoltre, sul nazionale c’è un predominio delle low cost e quindi rafforzare Ita significherebbe renderla più competitiva anche a beneficio dei clienti-passeggeri».
E c’è un altro aspetto da sottolineare: «A livello internazionale sempre le low cost rappresentano oltre il 50% sui collegamenti europei. Realtà che devono essere prese in considerazione dall’Ue. Su questi mercati è il consumatore che sceglie in maniera fluida. Riguardo al lungo raggio noi siamo già cresciuti in modo importante, ma abbiamo 15 rotte e dire, come ha scritto Bruxelles, che tra queste ce ne sono 8 di troppo, ci sembra eccessivo»
Quindi la stoccata finale: «Non abbiamo un piano B perché crediamo fortemente in questo accordo e non ne vediamo altri: vorremmo che anche Bruxelles comprendesse e condividesse la nostra valutazione. Attraverso quest’operazione nessuno va a ridurre aerei, le rotte aumenteranno e crescerà molto anche l’offerta a beneficio dei consumatori. L’operazione non è di salvataggio, ma deve portare alla crescita di Ita: così l’abbiamo presentata a Bruxelles».
Riguardo ai risultati operativi di Ita, illustrati dal direttore generale Andrea Benassi, coadiuvato dal chief commercial officer Emiliana Limosani, la compagnia ha effettuato 124mila voli (+40% rispetto al 2022), con una media di 340 voli al giorno, trasportando 14,8 milioni di passeggeri (+47%). Solo su Fiumicino un traffico di quasi 10 milioni di passeggeri, con un load factor del 79%, che sull’intercontinentale ha toccato l’83%, e un indice di regolarità al 99%. Per il 2024 il vettore potrà contare su un network di 57 destinazioni, di cui 15 intercontinentali, 26 internazionali e 16 nazionali, con 11 collegamenti stagionali, di cui 8 internazionali (per Grecia, Spagna e Croazia) e tre nazionali.
«Abbiamo garantito – ha sottolineato Benassi — una redditività più alta per ogni singolo posto a bordo , con un raddoppio di performance soprattutto sul segmento intercontinentale. La flotta sarà determinante per la crescita del vettore: ci siamo rivolti a un unico fornitore, Airbus, che ci consente di ottenere efficienza operativa per utilizzo equipaggi. Degli 85 aerei in flotta ben 38 sono di nuova generazione, pari al 45%, ovvero la percentuale più alta di nuove macchine in tutta Europa. Nel 2023 abbiamo fatto entrare 28 aeromobili di nuova generazione, che ci ha garantito risparmi nei costi e nei consumi per gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Nel 2024 ne entreranno 26 per un totale di 96 aerei in flotta.
E ancora sui conti: «Solo nel primo trimestre 2024 i ricavi sono cresciuti del 41% rispetto al 2023 e questo significa una sempre più alta redditività. Infine, tra le novità della Summer, Ita effettuerà 7 voli diretti su Chicago, 6 su Toronto, 3 voli settimanali su Accra, 4 voli diretti settimanali su Dakar e nuovi collegamenti su London City, Riyad, Kuwait City, Gedda. In linea con le previsioni Iata[2] che ha indicato proprio nel Medio oriente e Nord America i mercati con le maggiori crescite di traffico aereo».
Benassi ha poi chiarito un punto importante in merito alle partnership con le aerolinee di skyteam: «Ita ha in essere 30 accordi di code-sharing con le compagnie di Skyteam. Al momento del closing dell’accordo con Lufthansa, in tempi brevissimi avremo la possibilità di avviare la procedure d’ingresso in Star Alliance[3], ma questo richiede almeno 12 mesi per predisporre anche tutti gli accordi con gli altri vettori».
Procede a gonfie vele il programma di fidelizzazione Volare[4] che ha toccato 1,8 milioni di iscritti, di cui un buon 60% appartenente alle Generazione X e Millennial. Come ha spiegato Emiliana Limosani: «Abbiamo creato un nuovo programma di fidelizzazione che si avvale anche delle partnership commerciali. Il 5% dei nostri associati appartiene all’high value club, ovvero ad alta redditività. Nel 2023 abbiamo lavorato su 25 partnership commerciali, principalmente nell’ospitalità, nelle assicurazioni e nella sostenibilità. Abbiamo siglato accordi con American Express e con nuove aerolinee del pool Skyteam. Vogliamo arrivare a circa 2,6 milioni di frequent flyer e finalizzare accordi con almeno 41 partner commerciali».
E sul trade Limosani ha concluso: «Riguardo al versante commerciale, il 65% delle nostre vendite è generato dal turismo organizzato e 35% tramite il nostro canale diretto. Crediamo fermamente nel mondo della intermediazione e abbiamo una forza vendite, sia sul leisure che sul corporate, con presenze commerciali in 22 paesi nel mondo».
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