Da un lato una nuova rottura con i sindacati, dall’altro l’ok delle autorità Usa ai voli tra Italia e Stati Uniti. Il percorso di avvicinamento alla fatidica data del 15 ottobre (giorno dell’avvicendamento tra Alitalia e Italia Trasporto Aereo) è costellato di novità, non sempre positive.
Sul fronte internazionale – in contemporaneo con l’annuncio dell’amministrazione Biden che da novembre gli Usa riapriranno ai turisti vaccinati anche europei – la newco guidata da Alfredo Altavilla e Fabio Lazzerini incassa il via libera del Dipartimento dei Trasporti statunitense alla vendita dei biglietti per i voli tra Italia e Stati Uniti a partire dal prossimo 15 ottobre. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, infatti, il piano prevede da ottobre l’avvio dei voli tra Malpensa e New York e tra Fiumicino e New York, Boston e Miami. In futuro, però, Italia Trasporto Aereo prendere delle decisioni più effettive sia in termini di frequenze sia vagliando nuove destinazioni.
Intanto, però, a Roma si è consumata l’ennesima rottura tra i sindacati dei lavoratori Alitalia e i vertici di Ita. Le distanze fra le parti restano incolmabili con la newco che – riguardo il contratto – conferma di voler applicare il regolamento aziendale.
IL NODO DEI CONTRATTI.
I vertici di Ita sostengono che le proposte pervenute dalle sigle sindacali “non sono accettabili e non costituiscono nemmeno una base di trattativa compatibile con la complessità e le tempistiche della sfida che la società deve affrontare in vista dell’avvio delle operazioni il 15 ottobre”. Proposte che, secondo la nota stampa dell’azienda, sono pervenute “solo l’ultimo giorno e sono strutturate su un arco temporale non conciliabile con il Piano 2021-2025 di Ita e, soprattutto, orientate ad un recupero di costo non coerente con la oggettiva realtà dei fatti”.
Senza accordo di fatto, quindi, la newco ha consegnato alle sigle dei lavoratori il proprio regolamento aziendale che “pur dovendo tenere conto dei vincoli di legge, ripropone le condizioni inizialmente avanzate ai sindacati e via via aggiornate, nel corso del confronto, sulla base delle richieste che è stato possibile accogliere. I trattamenti inclusi nel regolamento sono rispettosi dei minimi previsti dal Ccnl di settore che Ita si è resa sin da subito disponibile ad applicare a condizioni sostenibili, ovvero che rappresentasse le aziende del settore e mantenesse l’unitarietà delle sigle sindacali”, ricorda la nota del vettore.
Secondo quanto riporta Repubblica.it la proposta Ita taglierebbe le buste paga dei piloti dal 20 al 40% rispetto a quelle di Alitalia. “Un livello inferiore anche al salario offerto dalle compagnie low cost: circa il 10 per cento in meno dei piloti Ryanair e il 20% di quelli easyJet. Diversa, invece, la proposta per gli assistenti di volo che perderebbero circa il 10% rispetto a oggi”, riporta il quotidiano nazionale.
LA PROTESTA E LO SCIOPERO DEI SINDACATI.
I sindacati, invece, hanno dichiarato inaccettabile la proposta di Ita e hanno chiamato alla mobilitazione sia per la giornata di martedì 21 settembre (in piazza San Silvestro a Roma e in concomitanza con l’audizione dei vertici di Ita in Parlamento) sia confermando lo sciopero del trasporto aereo per il 24 settembre. «La presa di posizione di Ita è molto grave e incomprensibile, anche perché la trattativa poteva proseguire e invece l’azienda ha posto condizioni capestro, chiudendo di fatto lo spazio per un vero negoziato», hanno dichiarato congiuntamente i segretari generali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti Stefano Malorgio, Salvatore Pellecchia e Claudio Tarlazzi. «A questo punto è necessario l’intervento della proprietà, cioè il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ci auguriamo che prevalga il buonsenso e che non si esasperino ulteriormente gli animi, ma che invece ci si renda conto che siamo di fronte al destino di 10.500 lavoratori – proseguono i sindacalisti – Ita parte col piede sbagliato: la gestione di un’azienda di servizi non può essere impostata sul conflitto ma deve esserlo sulla partecipazione. Chiediamo quindi un rapido ravvedimento operoso».
«Il fatto che Ita sia una nuova azienda e che nasca ex novo non può costituire un alibi per non riconoscere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che fino ad oggi sono stati gli unici a pagare il prezzo delle strategie e delle politiche commerciali fallimentari – ha detto Monica Mascia, segretaria nazionale Fit-Cisl – Ci aspettiamo che sia il governo ad assumere il coordinamento della gestione della vertenza dando in tempi brevi le corrette risposte, che devono essere il riconoscimento degli ammortizzatori sociali e delle necessarie politiche attive del lavoro finalizzate a garantire il mantenimento delle abilitazioni e delle certificazioni di volo e tecniche. Per quanto attiene alla vicenda Ita, riteniamo che sia necessario definire in tempi brevi un contratto aziendale coerente con le previsioni del contratto collettivo nazionale del trasporto aereo».
Sul tavolo delle trattative, inoltre, c’è la questione degli oltre 7mila lavoratori che hanno la cassa integrazione in scadenza. Il governo sta vagliando l’ipotesi che la cigs venga prorogata al 23 settembre 2022, ma i sindacati puntano ad avere una copertura per i lavoratori esclusi dalla nuova Ita fino al 2025. Anche in questo caso le sigle dei lavoratori hanno comunicato in maniera congiunta il loro disappunto.