Il boom di presenze turistiche in Italia è certamente un risultato positivo, specie dopo due anni difficili a causa della pandemia. Ma va gestito. Se da un lato genera ricchezza, dall’altro rischia di rendere invivibili alcuni territori a causa dell’eccessivo affollamento.
Sull’overtourism, è intervenuto anche il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, dal summit Unwto di Sorrento, non escludendo «per favorire la vivibilità dei centri turistici più richiesti, un accesso a prenotazione in particolari momenti, sul modello di Venezia». Previsto un tavolo per cercare nuove soluzioni, come «il numero chiuso».
Il tema è caldo: il modello turistico infatti sta cambiando, nel segno delle nuove esigenze dei viaggiatori post Covid. Mentre si parla di “revenge tourism” – aumento della propensione a viaggiare come “rivalsa” rispetto alle restrizioni imposte dal Covid – c’è la necessità di individuare rimedi per arginare il rischio di un ritorno all’overtourism in alcune località. I viaggiatori chiedono maggiori spazi, relax, turismo lento. Mentre prosegue la scoperta di destinazioni meno note, c’è chi sta già adottando rimedi concreti per preservare alcune mete dall’overtourism e garantire ai turisti la miglior esperienza. In alcuni casi si tratta di accessi limitati, numero chiuso, divieti, ticket di ingresso.
Ha fatto da apripista Venezia, che richiede già quest’estate la prenotazione per l’accesso e dal 16 gennaio 2023 attuerà l’ingresso a pagamento per le visite giornaliere, con una fee base di 6 euro, che passa a 3 nelle giornate da “bollino verde”, a 8 se è “bollino rosso” e a 10 se “bollino nero”. La decisione ha suscitato il disappunto, tra gli altri, di Filcams Cgil Venezia, conscia del problema ma restia a equiparare la città a «un parco turistico».
Intanto ad Amalfi la F Tourism & Marketing di Josep Ejarque ha studiato un piano strategico per renderla green e meno sovraffollata, identificando il limite di capacità di carico turistico che la città può accogliere al giorno. Ne conseguirà il contingentamento di bus turistici e auto (in alta stagione) e il potenziamento del trasporto marittimo, oltre alla soppressione delle soste dei bus turistici in centro.
È corsa ai ripari anche la Sardegna, per salvaguardare siti sovrautilizzati, in particolare lungo la costa est. Villasimius, per esempio, aggiunge il numero chiuso nella spiaggia di Punta Molentis (500 persone al giorno), Riu Trottu (150) e Portu Sa Ruxi (450). Nell’isola di Budelli, arcipelago della Maddalena, le spiagge blindate sono due: la spiaggia rosa, chiusa da anni, e la new entry 2022 spiaggia del Cavaliere. A ovest, invece, solo la spiaggia della Pelosa, a Stintino, è soggetta al numero chiuso. Dal 25 maggio è possibile prenotare pagando un ticket di ingresso di 3,50 euro e dal 1° giugno al 30 settembre l’ingresso è consentito a un numero limitato di persone: massimo 1.500 al giorno, invece delle 4mila circa che la raggiungevano quotidianamente.
ESTERO. Lungo la costa mediterranea, anche altre destinazioni escogitano rimedi per tutelarsi dall’afflusso eccessivo. Marsiglia fissa paletti per preservare le calanque, famose insenature tra le scogliere che riparano piccole baie. Il parco nazionale introduce un sistema di permessi: da fine giugno a fine agosto, i visitatori devono richiedere online l’accesso alla calanque di Sugiton e alla sua spiaggia. Il limite è 400 ingressi al giorno. Le prenotazioni sono gratuite, ma controllate e la stessa persona può prenotare fino a otto volte durante l’estate.
Barcellona, invece, ha proposto una nuova tassa sulle crociere, che si aggiunge alla fee turistica. La proposta è del ministro catalano per il Clima, Teresa Jordà, visto che si tratta del porto crocieristico più trafficato d’Europa e nel 2019 superava i 10.000 crocieristi al giorno per 139 giorni all’anno.