Italia battuta dai competitor: appello per il turismo dall’Isvra

by Redazione | 28 Dicembre 2018 11:16

Crescita con il freno a mano per il turismo italiano, mentre i nostri competitor procedono a pieno regime. È l’amara considerazione dell’Isvra, Istituto Italiano per lo sviluppo dell’agriturismo, nel commentare i dati dei primi otto mesi del 2018, che certificano un incremento di appena l’1,1%, molto meno del +7% registrato per l’Europa dall’Unwto nei primi sei mesi dell’anno.

In più, prosegue l’Isvra, negli ultimi anni gli incrementi annuali degli arrivi dall’estero nell’area Mediterranea sono stati superiori di circa 50% alla media continentale (nel 2017, Europa +8,3%, Europa Mediterranea +12,3%). Sono invece diminuiti (-0,7%) gli arrivi dei turisti italiani.

Dati migliori (+4,9%), nello stesso periodo, provengono dal rilevamento dei viaggiatori stranieri alle frontiere, effettuato dalla Banca d’Italia, che peraltro comprende la sistemazione in ogni tipo di alloggio (anche case private e alloggi in affitto).

Un segnale positivo viene dall’incremento della durata dei soggiorni, per cui le presenze (pernottamenti) nelle imprese turistico-ricettive sono cresciute più degli arrivi (di cui si è detto in precedenza): stranieri +1,7%, italiani +1,1%.

Si delinea, dunque, una brusca frenata rispetto alla crescita registrata nel 2017, peraltro sempre inferiore all’incremento del 13% registrato dalla domanda turistica internazionale verso l’area Mediterranea.

Nella nota diffusa dall’Isvra, si evidenzia che il ministro per le Politiche agricole e il Turismo, Gian Marco Centinaio, avrà il suo da fare per risvegliare una domanda turistica verso il nostro Paese che, nonostante la dichiarata preferenza per la meta Italia espressa dai turisti stranieri (sondaggio Ipsos per Enit 2017), cresce molto meno rispetto a molti paesi concorrenti, anche per il modesto risultato di iniziative promozionali organizzate con approssimazione (come i recenti “Anni” dei Cammini, dei Borghi e del Cibo).

“Un’approssimazione non certo nuova – conclude la nota – se si considera che nel 2011, in uno spot istituzionale pubblicitario per promuovere il turismo verso l’Italia, si sosteneva che il Belpaese fosse detentore del 50% del patrimonio culturale mondiale tutelato dall’Unesco“. In realtà, all’epoca, i siti Unesco italiani erano 45 su un totale di 911, ossia il 5%.

Per il presidente dell’Isvra, Mario Pusceddu, a seguito delle “sterili enfatizzazioni sull’elaborazione del Piano Strategico per il Turismo del passato governo, si ripropone ora la necessità di azioni urgenti, decise e concrete capaci di tradurre nei fatti il primato della vocazione turistica italiana, che negli ultimi anni ha continuato ad accumulare solo perdite di quote della domanda turistica mondiale”.

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