by Andrea Lovelock | 24 Gennaio 2020 12:43
In un’atmosfera surreale, dove a distanza di pochi metri è stato allestito il canale sanitario per i passeggeri in arrivo col volo della Southern China Airlines da Wuhan dopo l’allerta del Coronavirus, al terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino si è svolto il forum sulle prospettive del mercato turistico Italia-Cina.
A dispetto dell’emergenza sanitaria, infatti, le rotte tra Italia-Cina sono quelle col maggiore potenziale di crescita nell’interscambio turistico tra i due paesi. Ad oggi, sui circa 80 milioni di visitatori cinesi che effettuano vacanze in destinazioni estere, quest’anno l’Italia prevede di accogliere oltre 1 milione di viaggiatori cinesi, posizionandosi come terzo hub europeo per l’ingresso in Europa dei turisti provenienti dalla Cina.
Sul versante outgoing, e quindi di passeggeri italiani in Cina, il flusso è ancora dimensionato con circa 260mila viaggiatori italiani verso la Cina nel 2019. Fausto Palombelli, chief commercial officer di Aeroporti di Roma, ha sintetizzato il valore delle opportunità del mercato: «Nell’anno della cultura e del turismo Italia-Cina proclamato alcuni giorni fa, lo scalo di Fiumicino giocherà un ruolo chiave in termini operativi. Dai 56 voli settimanali che rappresentavano l’offerta aerea tra i due paesi nel recente passato, si è passati questo mese ad operare 108 frequenze settimanali, con uno step successivo nella prossima estate che vedrà un aumento di altre 24 frequenze, e ulteriori 24 si prevedono per il 2021. In poco più di un anno avremo dunque una triplicazione dei voli tra Italia e Cina. Da qui la necessità di raccogliere questa grande opportunità di crescita dei flussi in/out tra i due paesi, attivando tramite Enit e tutti gli operatori specializzati una adeguata offerta turistica della destinazione Italia, ma anche della meta Cina».
Ebbene sul versante incoming, la direttrice marketing dell’Enit, Elena Maria Rossi nel confermare il trend di aumento nell’ultimo anno intorno al +17% dei flussi di turisti cinesi in Italia, ha ribadito che «c’è una forte attenzione dell’agenzia verso il mercato cinese, lo dimostrano l’apertura il prossimo marzo di un nuovo ufficio di promozione a Shanghai ed entro la fine dell’anno quella di un altro ufficio a Guang-Zhou, che si affiancheranno alla delegazione già operativa a Pechino».
A ciò si aggiunge il trend emergente riferito ai turisti individuali rispetto ai gruppi, essenzialmente un target altospendente che segna un’evoluzione del segmento lusso. «Proprio su queste direttrici intendiamo muoverci, andando a presidiare il mercato cinese con mirate partecipazioni a fiere turistiche, supportando gli operatori, creando piattaforme virtuali e reali per le nostre impese, insieme alle Regioni. A tutto questo si devono aggiungere i contratti commerciali con le piattaforme che consentiranno agli operatori italiani di caricare le offerte, i pacchetti di viaggi e soggiorni in Italia», ha concluso la direttrice.
Riguardo poi all’assistenza che i cinesi legittimamente richiedono una volta arrivati in Italia, Sherry Lang, general manager marketing e operation di Alipay Europe, ha ricordato l’importanza di allestire servizi di informazione e di supporto agli ospiti che hanno forte sensibilità ai temi della mobilità, e quindi dettagli sui servizi pubblici di trasporto, sulla segnaletica, sugli orari di ingresso dei musei e sulla sicurezza, con prevenzione di furti, borseggi e assistenza post-furti che sono temi caldi ma di primaria importanza per i turisti cinesi che non conoscono la lingua italiana.
Mentre per Stefano Fiori, presidente Unindustria-Turismo sarà importante prestare forte attenzione al target dei giovani poiché nella fascia di età tra i 18 e 26 anni, i giovani cinesi hanno già viaggiato sei volte all’estero e occorre dar loro una adeguata offerta. Nella seconda parte del forum, dedicato all’outgoing, Laura Mazzola responsabile commerciale del Mice di Uvet Events ha sottolineato come la destinazione Cina trova buon riscontro di vendite sul Mice e sull’incentive e occorre puntare sui due driver che sono la cultura e la tecnologia, poiché oggi la Cina è “the place to be”. Anche Andrea Canapa, segretario generale di Fiavet ha evidenziato come la meta Cina sia sempre più appetibile, ma accanto agli itinerari classici occorre sviluppare l’altra Cina, cercando di colmare alcuni deficit nell’accoglienza come la scarsezza di guide italiane, mentre a livello infrastrutturale e ricettivo, la destinazione Cina ha compiuto passi da gigante.
Infine Michele Serra, presidente di Quality Group, tra gli operatori più impegnati sul prodotto Cina, ha enfatizzato il valore degli itinerari combinati tra la Cina classica e quella alternativa comunque attrattiva; in particolare il Gruppo ha sviluppato dei combinati che valorizzano nuove zone come la Cina degli Avatar, la zona delle lanterne rosse, l’area di Sichouan (la terra dei panda) e la zona col Monastero di Shaolin. Anche Serra ha confermato che alto livello raggiunto dalle ferrovie cinesi e dalle strutture alberghiere, pongono davvero la Cina in pole position per l’immediato futuro outgoing italiano.
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