by Redazione | 12 Maggio 2020 9:22
Quando torneremo in ufficio? E al teatro? Un viaggio quando lo faremo? Queste sono solo alcune delle domande a cui lo studio globale Deloitte State of the Consumer Tracker vuole rispondere. Si tratta di un osservatorio quindicinale che ha preso il via lo scorso 15 aprile, con l’obiettivo di monitorare e raffrontare volontà e azioni dei consumatori in 13 Paesi nel mondo.
Se si parla di ansie e preoccupazioni dal punto di vista sanitario i Paesi che risultano essere più sensibili oggi sono Cina e India, seguiti da Spagna, Canada e Giappone. In Italia il 50% dei rispondenti dice di essere preoccupato per la propria salute, il 66% per quella di un familiare, dati leggermente più bassi rispetto a quelli raccolti nel primo giro di interviste a metà aprile (rispettivamente 56% e 69%), segno che sembra iniziare a delinearsi un quadro più positivo.
Se si guarda ai rischi economico-finanziari, in Italia spaventa maggiormente l’ipotesi di non poter fare importanti acquisti per lungo tempo (54%), seguita dall’idea di perdere il lavoro (42%) e non rispettare i pagamenti e indebitarsi (35%).
«Questi primi dati a confronto vanno interpretati come un, seppur debole, segno di ripartenza che ci fa ben sperare per le settimane a venire. I consumatori torneranno inevitabilmente a comprare, anche se in modi diversi e con velocità diverse, la domanda dipenderà molto dallo stato d’animo. Sicuramente, anche in base all’intensità dell’impatto della crisi economica, ci sarà una revisione delle priorità che si rifletterà nella vita quotidiana e nella scelta di come e quanto spendere», commenta Patrizia Arienti, consumer industry leader di Deloitte.
LE ABITUDINI DI ACQUISTO. La situazione relativa alle abitudini di acquisto degli italiani sembrerebbe iniziare a normalizzarsi. Ci si sente leggermente più sicuri a effettuare acquisti in store (32%), così come inizia a ridimensionarsi l’abitudine di fare scorte e rifornimenti per più settimane (44%). Rimane costante l’intenzione di acquistare local (42%), da brand che hanno reagito bene alla crisi (35%), così come rimane stabile la preoccupazione nei confronti della condivisione dei propri dati durante lo shopping online (27%).
Le motivazioni per preferire il pagamento online con ritiro al negozio restano piuttosto stabili: si sceglie questa modalità di acquisto per avere in cambio maggior rapidità (33%), sicurezza (31%), nonché per supportare i negozi locali (29%) e per ridurre lo stress da shopping in store (28%).
LA MOBILITÀ E I VIAGGI. In linea con l’aumento dell’intenzione di rimandare acquisti importanti, aumenta anche la volontà degli italiani di tenere l’attuale veicolo più a lungo di quanto preventivato (59%), così come sono rimandate le opere di manutenzione (44%), mentre resta valida l’ipotesi di vagliare l’acquisto online anche per l’auto (16%).
Per quanto riguarda i trasporti, gli italiani hanno dichiarato di voler limitare per i prossimi tre mesi l’uso dei mezzi pubblici (71% ) e servizi di guida con conducente (62%), mentre rimane alta l’idea di possedere un veicolo (82%).
Infine, guardando al settore viaggi si evidenzia come prevalga la cautela. Il passare della fase acuta della crisi sanitaria e la progressiva sensazione di sicurezza non incidono in maniera netta sull’intenzione di viaggiare. Rimane infatti bassa la quota di coloro che si sentono sicuri a volare (20%), soggiornare in hotel (24%) e ancora pochissimi pianificano viaggi (13%).
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