Quattro lettere per un salto: quello di Jump, reincarnazione di Condor dopo l’acquisizione da parte del Gruppo Uvet. Il marchio ha debuttato alla fiera di Rimini un po’ in sordina, impresso sullo stand della casa madre accanto a Settemari e Amo il Mondo.
Tre brand diversi del tour operating Uvet guidati – e soprattutto armonizzati – dal direttore della divisione Ezio Birondi, uomo di fiducia del presidente Luca Patanè.
Mentre la questione dei 22 lavoratori riminesi di Nuova Condor Srl è ancora in sospeso con Cgil e Cisl in stato di allerta, il futuro operativo di Jump comincia già a delinearsi. Non c’è ancora un business plan, ma la strada è tracciata.
«La nostra idea – racconta il manager, tra i più brillanti del settore – è presidiare il segmento generalista con un’offerta di pacchetti dinamici. Una linea di prodotto che andrà a integrarsi con l’impronta villaggista di Settemari e il tailor made di Amo il Mondo”.
Il nuovo t.o. arriverà sul mercato nel 2019. «Inizieremo a vendere la primavera-estate e, nella migliore delle ipotesi, anche una coda di inverno», fa sapere il direttore, che anticipa la programmazione: «Ci saranno Grecia, Baleari, Egitto, oltre alle principali destinazioni già operate da Condor».
Birondi ha in mano il nuovo catalogo Settemari valido tutto l’anno quando rivela che «no, Jump viaggerà online, senza cartaceo, pur restando un operatore B2B». E avrà un gestionale tutto suo che – dice sorridendo – «si chiamerà Jumpy».
Un nome con una storia epica. Quella di Patanè in Brasile e di un paracadute. «Decisi di lanciarmi. Per la prima volta nella mia vita. Atterrai con un saltello e pensai che Jump sarebbe stato il nome giusto». Così è stato.