by Carla Villani | 28 Giugno 2024 12:23
Il ministero degli Esteri con un avviso di aggiornamento sui disordini in Kenya[1], su Viaggiare Sicuri, informa che la situazione permane fluida e in evoluzione, con nuove proteste e mobilitazioni annunciate anche il 28 giugno 2024.
I villaggi turistici sulla costa non hanno riportato problemi. Si raccomanda in ogni caso di esercitare massima prudenza, evitare le aree eventualmente interessate da assembramenti e manifestazioni, di tenersi informati attraverso i media sugli sviluppi della situazione e di seguire le indicazioni delle Autorità locali.
Si invitano, infine, i connazionali presenti a scaricare la App “ViaggiareSicuri”, con geolocalizzazione attiva, nonché a registrare la propria presenza sul sito dovesiamonelmondo. [2]L’Ambasciata d’Italia a Nairobi rimane raggiungibile al numero 00254722514327, per casi di grave emergenza.
Dunque, niente da fare, in Kenya le violente proteste non si fermano, malgrado la retromarcia del presidente Ruto.
Il Capo di Stato il 26 giugno ha infatti annunciato di voler ritirare il disegno di legge della finanziaria 2024, che includeva un pesante aumento delle tasse, e aveva scatenato le violente rimostranze di migliaia di giovani culminate con l’assalto del Parlamento di Naiorobi ed un bilancio di 10 morti e diversi feriti tra i dimostranti.
Le proteste vanno avanti, non solo nella capitale Nairobi, dove la polizia ha cercato di disperdere i dimostranti, con gas lacrimogeni ma, come riportato dal sito Kenyans, anche nelle città di Mombasa e Migori ci sarebbero scontri e altre vittime che, secondo le Ong operanti nel Paese, da martedì scorso a giovedì sarebbero arrivate a 23, con 165 feriti ricoverati al Kenyatta Hospital di Nairobi, in condizioni definite serie.
«Dopo aver ascoltato attentamente il popolo del Kenya, che ha detto forte e chiaro che non vuole avere nulla a che fare con questa legge finanziaria, chino la testa e non la firmerò. Quindi sarà ritirata», aveva detto Ruto mercoledì, promettendo di aprire un dialogo con i giovani.
Sono proprio loro infatti i protagonisti di questa grande mobilitazione, sono i giovani delle generazione Z che usa internet e con la rete accede a X, Instagram e TikTok che portano il mondo nei villaggi poveri, nelle baraccopoli nate intorno alle città, un mondo che loro possono solo vedere e sognare mentre vivono senza l’acqua corrente, senza lavoro, senza un futuro e con la prospettiva di nuove tasse che andrebbero a colpire generi di prima necessità che già fanno fatica a comprare. E la protesta va avanti.
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