I primi cento anni di Klm: obiettivo sostenibilità
Correva l’anno 1919 quando sette uomini d’affari olandesi decisero di dare vita a una compagnia aerea nazionale. Nasceva così Klm: «Proprio pochi giorni fa, il 7 ottobre, abbiamo celebrato i nostri primi cento anni. L’inizio non è stato facile, l’Olanda era un paese di fattorie e campagne, ci sono stati alti e bassi, ma siamo cresciuti a piccoli passi e ampliando il nostro network ci siamo sviluppati».
Così René de Groot, chief operating officer di Klm, ha ripercorso la storia della compagnia, in una serata dedicata a partner e stampa italiana proprio per festeggiare l’importante traguardo. E questa è stata anche l’occasione per ribadire il saldo rapporto con l’Italia: «Il primo volo verso il Belpaese partì poco dopo la fondazione, nel 1931, diretto a Roma. Poi qualche anno dopo, nel 1935 è stata la volta di Milano. La relazione con l’Italia è forte, questo è quello che facciamo, fare connettere le persone, volare dal’Olanda al resto del mondo. E siamo molto orgogliosi di essere arrivati dove siamo».
Ora però è il momento di guardare avanti: «Siamo una compagnia in salute – ha proseguito il manager – Ci sono sfide che ci aspettano? Certamente. Tutti vediamo cosa sta accadendo all’economia mondiale, e quello aereo è un business molto sensibile ai cambiamenti economici». E poi c’è un tema sul quale Klm sta investendo e continuerà a insistere: quello della sostenibilità.
Tre i pilastri: «Continuiamo a lavorare sulla riduzione delle emissioni di CO2, sul rinnovamento della flotta e sui biocarburanti. La nostra industria deve essere sostenibile e per farlo dobbiamo puntare sull’innovazione e sulla tecnologia, per questo abbiamo anche deciso di investire insieme a università tecniche. Si tratta di un percorso che non possiamo fare da soli ma insieme ai tecnici e ai costruttori».
Tradizione e innovazione, storia e futuro. Per rendere omaggio al centenario nella serata milanese Klm ha scelto il fil rouge dell’arte: gli ospiti sono stati accompagnati in una visita guidata attraverso alcune delle opere più significative (con focus su quelle datate 1919) del Museo del Novecento, dal Quarto Stato, rivoluzionario nel 1902 , ai futuristi fino all’installazione al neon di Lucio Fontana.