Dalla batosta energetica al colpo di coda di Omicron 5. Dal caos aeroporti al patatrac della politica italiana. E poi inflazione, siccità e venti di guerra che – dopo l’invasione russa ai danni dell’Ucraina – ora soffiano dalla Cina su Taiwan. Un vortice biblico in cui l’industria turistica torna a macinare pratiche sostanziose, ma non dorme affatto sonni tranquilli.
All’orizzonte c’è infatti un autunno dalle incognite giganti. Vediamole una a una, prima di salutare i nostri lettori: L’Agenzia di Viaggi Magazine e ViaggiOff si fermeranno, infatti, per la consueta pausa estiva. Torneranno entrambi dal 22 agosto con notizie, approfondimenti, speciali, formazione e una rinnovata energia. Vigore necessario per narrare al meglio le complesse evoluzioni di un settore travolto, ancora una volta, “da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”.
EMERGENZA SICCITÀ. C’è chi chiude in Liguria le docce in spiaggia. E chi invita residenti e turisti a far buon uso dell’acqua. Il leit motiv, perseguito da nord a sud a colpi di ordinanze, è non sprecare. Anche in vacanza, Perché in questa rovente estate, con temperature ostinatamente intorno ai 35 gradi, la situazione idrica è «sempre più traumatica». Lo grida la sindaca di Isola di Capo Rizzuto, in Calabria, che denuncia danni al settore alberghiero, con il concreto rischio di dover mandar via i turisti. Lo urla Coldiretti, che battezza il 2022 come l’anno più caldo di sempre con temperatura superiori di 0,76 gradi rispetto alla media storica e precipitazioni dimezzate (-45%). Frutti ustionati, alpeggi arsi, zone dilaganti di “acqua morta” nel Delta del Po e possibili assalti di cavallette: queste sono le conseguenze, come nelle peggiori profezie post pandemiche. Perciò, tra gli ultimi interventi del governo Draghi, un articolo del decreto Aiuti bis è riservato alla possibilità di dichiarare lo “stato di emergenza per siccità” anche preventivamente. Siccità che con i temporali di fine stagione potrebbe anche tradursi in dissesto idrogeologico in quelle aree tipicamente a rischio come la Costiera amalfitana, mentre danni si sono già registrati nel nord Italia. Ci auguriamo, ovviamente, che ciò non accada.
DALL’UCRAINA A TAIWAN. Mentre scriviamo, aerei e navi da guerra cinesi hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan. Siamo al secondo giorno di esercitazioni militari su vasta scala avviate da Pechino dopo la visita a Taipei della presidente della Camera Usa, Nancy Pelosi. L’auspicio è che si tratti solo di un incauto botta e risposta a distanza tra Cina e Usa, e che questo non sfoci in un conflitto vero e proprio come quello in corso in Ucraina dopo l’invasione russa. Una cosa è certa, però: la guerra, anche se solo ventilata, genera instabilità sui mercati e nei consumi turistici, peraltro in balia dell’inflazione e ancora provati dalla pandemia. Sul fronte dei trasporti, per prudenza, Singapore Airlines ha già cancellato i suoi voli sull’isola, mentre il Giappone – che proprio ora comincia a riaprirsi ai viaggi – ha chiesto al vicino di casa cinese, per bocca del ministro degli Esteri Yoshimasa Hayashi, lo «stop immediato alle manovre su Taiwan».
PANDEMIA, CI SEI ANCORA? Siccità, cavallette, guerre, carestie e – si diceva – pandemia. Era il 27 luglio quando l’Ansa batteva la notizia che in un sobborgo di Wuhan, città cinese da cui nel 2020 è partita l’epidemia di Covid-19, sarebbe stato ripristinato il lockdown. Un milione di persone chiuse in casa a fronte di quattro casi asintomatici. Una batosta a livello psicologico anche per l’occidente, ormai conscio che il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Ma anche noi, del resto, continuiamo a fare i conti con la dilagante Omicron 5: il bollettino del 4 agosto di Protezione civile e ministero della Salute parla di 42.976 contagi e 161 morti con un tasso di positività è al 17,7%, sebbene siano in calo i ricoveri per Covid (-272) e le terapie intensive (-34). L’ampia diffusione del virus si ripercuote sull’industria turistica: non tanto per il fattore paura, quanto per le partenze cancellate causa quarantena e il personale di hotel e compagnie aeree improvvisamente decimato per la medesima ragione. E sebbene in Italia lo stato di emergenza sia stato revocato a fine marzo, l’Organizzazione mondiale della Sanità non esclude una nuova ondata di Covid in autunno in Europa. Nonostante ciò, tra le cinque mosse per “stabilizzare la pandemia” già elencate dall’Oms, non c’è la chiusura dei confini. Un incubo che, a Dio piacendo, dovrebbe essere terminato.
BUTTERFLY EFFECT SUI VOLI. In bilico tra domanda in ripresa, caro fuel e personale ridotto o scioperante, proprio il trasporto aereo si trova a scrivere, forse, la peggiore pagina della sua storia. La colpa, ripetono le compagnie, è degli aeroporti. La responsabilità, si dice da più parti, è delle low cost. Ma è l’intero sistema, per sua natura connesso, che ha fatto crac. Per il butterfly effect (effetto farfalla) di cui sopra, se gli scali mitteleuropei non riescono a gestire i nuovi poderosi flussi di viaggiatori, ritardi e cancellazioni si verificano anche in Italia, benché infrastrutture come Roma Fiumicino si dimostrino più agili e resilienti degli austeri cugini Schiphol (Amsterdam) e Heathrow (Londra). E se da noi si era detto “stop agli scioperi fino al 5 settembre”, la mappa delle proteste aeree in Europa preannuncia un agosto assai complicato. Per tutti.
LA BOLLA DELLA RIPRESA. Ma c’è un’ombra che, su tutto, oscura il rovente sole di agosto: la crisi che verrà. L’alert più concitato è arrivato nelle scorse ore dalla Bce, la Banca centrale europea, che preannuncia “per la seconda metà del 2022 e oltre” un rallentamento dell’economia nell’eurozona, sebbene – così recita lo ieratico bollettino dell’istituto – “il turismo dovrebbero favorire il terzo trimestre di quest’anno”. Un contentino, se vogliamo. Perché gli effetti del conflitto russo-ucraino, con i costi dell’energia alle stelle e l’inflazione da capogiro, pari solo a quella registrata nel lontano 1988, freneranno la suddetta ripresa con inevitabili ripercussioni sui consumi turistici di fine anno. Previsioni di consumo corrette al ribasso da Confcommercio, ad esempio, con alcune regioni italiane – come la Puglia – che già denunciano risultati sotto le attese. La bolla, insomma, sembra destinata a esplodere.
IL GOVERNO CHE VERRÀ. Lasciano il tempo che trovano, perciò, gli annunci roboanti di Massimo Garavaglia, impegnato in una girandola pre elettorale con la sua casacca di ministro del Turismo. Cosa ne sarà del dicastero stesso, che fine faranno i progetti in pending, così come gli aiuti attribuiti e mai erogati, lo scopriremo a cose fatte: quando le elezioni del 25 settembre stabiliranno chi succederà a Mario Draghi. Per i nerd della politica, intanto, ovvero per chi ancora crede alle promesse, non resta che attendere i programmi dei partiti, che saranno presentati nella seconda metà di agosto. Prima di quel momento, però, l’attuale governo intende chiudere la vendita di Ita Airways a Msc-Lufthansa. Con buona pace di Giorgia Meloni e del suo niet alle trattative con i tedeschi. Super Mario, si sa, fa di testa sua. La storia ne è testimone.