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La Catalogna vuole aumentare la city tax (e tagliare gli affitti brevi)

Barcellona da adobe

Aumentare la tassa di soggiorno nelle strutture turistiche per risparmiare sui bilanci. La Catalogna lancia il nuovo “claim”, firmato dal presidente della Generalitat, Salvador Illa, come riporta Hosteltur: non sarà il massimo per i visitatori, ma l’obiettivo è ottenere il sostegno degli altri partiti di sinistra nell’approvazione dei prossimi bilanci del 2025 in Parlamento. Adelante, dunque.

«Il turismo è una fonte di prosperità per la Catalogna, ma può morire di successo se non è chiaramente regolamentato», osserva Illa. Il presidente della Generalitat ha concordato con i Comuns che è necessario limitare gli affitti stagionali: per questo il Congresso ha in elaborazione un disegno di legge, dopo un primo tentativo fallito.

Illa si è detto favorevole anche alla riduzione del numero degli appartamenti turistici, mentre a inizio estate il Comune di Barcellona aveva già annunciato che non rinnoverà le licenze delle case vacanza dal 2029.

In questo contesto si inserisce anche il no della presidente del gruppo Comuns, Jéssica Albiach, all’ampliamento del’aeroporto di Barcellona-El Prat, perché aumenterebbe il numero di turisti di 20 milioni all’anno.

Albiach ha anche sottolineato che la tassa di soggiorno va riformata «urgentemente», nel quadro dei prossimi bilanci della Generalitat, in base a tre principi: raddoppiare l’importo; la sovrattassa applicata a Barcellona può essere riscossa anche da altri Comuni; quanto ricavato venga destinato alle politiche della mobilità e della casa: «La Catalogna non è un ambiente Instagram o un parco a tema, ma è sulla buona strada per diventarlo».

La city tax negli esercizi turistici viene applicata in Catalogna dal novembre 2012 e da allora è in progressivo aumento. Le tariffe variano a seconda del tipo di alloggio e della zona (Barcellona e il resto della regione). Viene pagata dai visitatori che soggiornano in alberghi, appartamenti, campeggi, case ad uso turistico e navi da crociera.

La metà delle entrate – destinate al mantenimento delle infrastrutture e dei servizi turistici, nonché alla promozione – va alla Generalitat, il restante 50% resta al Comune dove si colloca la struttura.

Barcellona è un discorso a parte: al momento è l’unico Comune autorizzato dalla Generalitat ad applicare un sovrapprezzo sulla tassa di soggiorno di 4 euro e può trattenere il 100% del sovrapprezzo stesso.

Nel dettaglio ecco i prezzi in vigore nel capoluogo catalano: hotel a 5 stelle 7,50 euro, hotel a 4 stelle 5,70, alloggio turistico 6,25, resto delle strutture 5, crociere + 12 ore 6, crociere -12 ore 7.

Ecco invece la city tax applicata nel resto della Catalogna: hotel a 5 stelle 3 euro, hotel a 4 stelle 1,20, alloggio turistico 1, altre strutture turistiche 0,60, crociere + 12 ore 2, crociere -12 ore 3.

Il discorso, complesso, sulla tassa di soggiorno riguarda comunque tutti i Paesi, Italia compresa. Dopo i vertici di inizio autunno promossi dal Mitur, l’imput è quello di uniformarla da nord a sud.

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