by Redazione | 17 Gennaio 2017 18:10
L’incontro con i sindacati al ministero dello Sviluppo economico sulla vicenda Alitalia si è risolto in una «chiacchierata generale», come l’ha definita il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Si resta in attesa, infatti, del piano industriale che sarà pronto per fine gennaio. Intanto il collega del Mise, Carlo Calenda, ha ribadito quanto dichiarato nell’intervista televisiva di domenica sera su La7: «Occorre attendere un chiaro piano industriale, perché continuare a parlare di esuberi così non è più accettabile».
In questi ultimi giorni, infatti, sono circolate voci e smentite sull’entità degli esuberi che non sarebbero più di 1.200 addetti, ma interesserebbero addirittura 1.600 persone. «E il piano – ha aggiunto il ministro Calenda – dovrà convincere soprattutto gli azionisti, per questo penso che si renderà necessario un advisor. I problemi non si risolvono solo licenziando le persone. Nessuna azienda va bene e si riprende solo perché licenzia. Il piano industriale non è stato presentato “né ufficialmente, né ufficiosamente” perché, appunto, ancora non è stato approvato dagli azionisti. Loro hanno già cominciato a fare un lavoro per capire cosa non ha funzionato e il presidente (Luca Cordero di Montezemolo, ndr) ha detto che lo presenterà a brevissimo. Bene, noi siamo pronti a dare tutto il supporto possibile».
Il piano, ha ribadito il ministrp, «prima di tutto deve convincere gli azionisti, che hanno messo un sacco di soldi, soprattutto quegli degli emirati». L’unica cosa certa, allo stato dei fatti, è la impossibilità di ipotizzare una “ri-nazionalizzazione” di Alitalia, seccamente bocciata sia da Calenda che Dal Rio come «strada impraticabile, perché quando era statale, Alitalia è stata gestita molto, molto male».
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