by Giusy Federici | 7 Febbraio 2017 18:30
La muraglia cinese, l’esercito di terracotta, la città proibita e almeno un panda da fotografare: sono i grandi must della Cina, irrinunciabili per i neofiti, che per la prima volta scelgono di partire per il gigante asiatico. Sebbene il Paese sia per l’appunto gigantesco con i suoi circa 10 milioni di chilometri quadrati, i prodotti più venduti in agenzia restano sempre i grandi classici.
E dunque Pechino, Xian, Shanghai, Guilin e poco altro. «Vendiamo per lo più viaggi standard di gruppo», afferma Emanuele Bigatti, banconista dell’agenzia milanese Dossier Viaggi. «Chi richiede questa meta con i tour tradizionali di almeno 10 giorni, è una clientela di alto livello economico, professionisti dai 45 anni in su», informa.
Anche a Napoli, all’agenzia Free Soul i clienti scelgono «il classico tour di gruppo con accompagnatore. La Cina non è destinazione individuale e ricordiamoci sempre che la maggior parte di chi parte rientra nella categoria dei turisti, non dei viaggiatori», precisa la titolare Ramona Amato. E aggiunge: «Non è una destinazione che vendi tutti i giorni. Chi la sceglie ha oltre 35 anni e appartiene a un target medio-alto, culturale più che economico».
Riguardo alla consulenza offerta dalle adv, c’è un punto cruciale su cui si sofferma di Maria Grazia Bollati, titolare di Bollati Tours a Foligno. Fare l’agente di viaggi, sottolinea, «è sempre più complicato. Oggi la gente è presuntuosa, pensa di sapere già tutto perché ha consultato il web». Succede che anche la Cina, meta complessa che richiede un grosso sforzo di intermediazione «a volte viene vissuta in maniera leggera del cliente».
Alla fine, però, «il cliente ascolta i suggerimenti, si fida e chiede il classico tour delle città. Oppure un secco Shanghai, che va di moda, o Pechino con visita alla Città proibita, entrambi di 4 o 5 giorni».
«Il nostro target di riferimento per la Cina è quello dei viaggi di nozze», spiega Tiziana Centomani, addetta alle vendite di Girotour Sardinia a Cagliari. «Lavoriamo tanto con Mistral. Una volta la vendevamo molto di più. Poi, tre anni fa, con l’adeguamento dei prezzi, la destinazione è diventata molto più cara e la clientela la sceglie meno. Però la vendiamo, è una meta che piace molto anche grazie alla professionalità dei tour operator che la propongono», dichiara.
La cultura è il fattore-chiave, secondo Ornella Papa, titolare dell’agenzia Italia e Resto del Mondo di Catania: «Di solito i nostri clienti chiedono il tour secco, classico, 10 notti al massimo. È un target che va dai 25 ai 40 anni con buona disponibilità economica».
«La Cina ha sempre un buon riscontro per i tour di gruppo», sottolinea Simona Giuntini, contitolare di Shine Viaggi a Rimini. «La nostra è una clientela preparata agli itinerari culturali, professionisti di una certa età, tanti 60enni, tra cui molte donne. Chiedono il classico Pechino, Xian, Guilin, Shanghai. Alcuni vogliono conoscere le etnie nel sud della Cina, ma si tratta di repeater».
«Disponibilità a spendere, consapevolezza che non sarà un viaggio comodo, forte motivazione e curiosità». Sono le tre premesse a un viaggio in Cina per Ernesto Crocetta, titolare della torinese Crocetta Viaggi. «È una destinazione che muove il cervello e ci sono itinerari particolari, che molti ahimé sottovalutano», aggiunge.
«Chi sceglie itinerari difficili è una clientela motivata e preparata. Secondo me c’è poca richiesta perché c’è poco stimolo a farla conoscere. La Cina è sottovalutata, invece varrebbe la pena di superare i luoghi comuni e scoprire un Paese che è vasto e difficile, ma bellissimo», conclude.
«Una meta ancora poco pubblicizzata»
La Cina è destinazione di nicchia. E compito dell’agente è informare il cliente. «Da noi, in periferia, c’è una clientela che la richiede per il passaparola», spiega Roberta Mele, dal reparto vendite della romana 20th Century Travel. «Il nostro è un target vario, non necessariamente up level. È compito dell’agente interpretare le esigenze del cliente. La Cina è anche poco pubblicizzata rispetto alla Thailandia o Singapore, che ormai tutti conoscono» .
Veri viaggiatori nell’entroterra
La Cina per viaggiatori è quella interna. E la differenza la fa il tour operator. «Chi richiede la destinazione conosce le difficoltà di un territorio che è altra cosa rispetto alle città più note. Il primo approccio è sempre soft, con il tour classico», osserva Luca Andreini, titolare di Granducato Viaggi a Firenze. «Collaboriamo soprattutto con Mistral e con Metemozioni, operatori che lavorano con attenzioni sartoriali. A chi vuole conoscere al meglio gli aspetti culturali del Paese – afferma – consiglio un tour nord-sud di almeno 15 giorni, da Pechino a Hong Kong, magari con escursione a Macao. I repeater fanno crociere sul fiume Azzurro, le zone vicino al Tibet o la foresta pietrificata a sud con ingresso da Shenzhen o Canton. Normalmente, questi sono prodotti venduti a persone non giovanissime, di alto livello culturale.
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