La Cina contro i tamponi. E Iata dice no alle restrizioni
La Cina non ci sta. Mentre il Occidente monta il “fronte no restrizioni”, direttamente dal gigante asiatico giunge un’aspra critica ai Paesi che hanno imposto i tamponi ai viaggiatori in arrivo. Nel corso di una conferenza stampa, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha detto che il governo ritiene che le restrizioni siano «prive di basi scientifiche» e che alcuni metodi adottati nei controlli siano eccessivi e «inaccettabili», arrivando a minacciare «contromisure basate sul principio di reciprocità». La Cina si dice, infine, «fermamente contraria ai tentativi di manipolare le misure contro il coronavirus per scopi politici».
L’ultima presa di posizione a livello internazionale è invece quella di Iata, l’associazione delle compagnie aeree. In un suo statement, il direttore Willie Walsh afferma: «Diversi Paesi stanno introducendo test Covid-19 e altre misure per i viaggiatori provenienti dalla Cina, anche se il virus sta già circolando ampiamente all’interno dei loro confini. È estremamente deludente vedere il ripristino “istintivo” di misure che si sono dimostrate inefficaci negli ultimi tre anni».
«L’esperienza fatta con Omicron – aggiunge il dg – ha dimostrato che mettere barriere ai viaggi non frena la diffusione delle infezioni. Le restrizioni, al massimo, ritardano il picco di qualche giorno. Ecco perché i governi dovrebbero ascoltare i consigli degli esperti, inclusa l’Organizzazione mondiale della sanità, che sconsigliano l’imposizione di paletti. Abbiamo strumenti per gestire il Covid senza ricorrere a misure inefficaci che interrompono la connettività internazionale, danneggiano le economie e distruggono posti di lavoro».
Nel frattempo, l’Enac è scesa in campo a tutela degli utenti aerei che a Milano Malpensa, nei giorni scorsi, erano stati costretti a pagare di tasca propria ben 90 euro per i tamponi resi obbligatori dall’ordinanza delle autorità italiane riguardo a tutti i voli provenienti dalla Cina.
Nella giornata del 31 dicembre, era montata la polemica sul caro tamponi, eseguiti al costo di 90 anziché di 20 euro, come fissato dalla Regione Lombardia e dall’ordinanza n.4/2021 della direzione aeroportuale di Malpensa. L’Enac ha perciò dato disposizione alla società incaricata dell’esecuzione dei controlli sanitari di effettuare l’immediata restituzione delle somme riscosse in eccedenza rispetto al costo massimo stabilito sin dall’inizio della pandemia da Covid-19 per favorire i controlli in sede aeroportuale per una migliore tracciabilità di eventuali passeggeri contagiati.
Su tutto, poi, non si attenuano le preoccupazioni degli operatori turistici circa quella che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha definito «la tempesta perfetta» proveniente dalla Cina, dove le autorità, nonostante la nuova ondata di contagi che ha colpito decine di milioni di cinesi, hanno disposto la riapertura delle frontiere e dei collegamenti aerei verso numerose destinazioni estere.