Per tutti i viaggiatori in fuga dalle folle di turisti, ecco un luogo dove problemi di overtourism certamente non ce ne sono: la Corea del Nord. Il Paese sarà infatti di nuovo visitabile dal prossimo dicembre dopo che, a causa del Covid, aveva chiuso nel 2020 le frontiere.
Ma, ai possibili coraggiosi e intrepidi visitatori che vorranno recarsi a visitare il Paese, su cui regna il dittatore Kim Jong-un, sarà utile avere alcune informazioni importanti che potrebbero, se non conosciute, rovinare le loro vacanze.
Si tratta di una serie di regole, bizzarre per noi, che vanno seguite alla lettera: Bibbia vietata, il Paese è ateo, però marijuana free, lo autorizza lo stesso Kim Jong-un. Vietato appoggiare il gomito sull’immagine del dittatore, vietato toccare materiale di propaganda, fotografare Kim a metà o portarsi a casa per ricordo una moneta locale.
Regole anche sull’abbigliamento: vietati i jeans, o per lo meno, sconsigliati. E poi: il viaggiatore non può uscire dal percorso del tour organizzato, deve comprare solo da negozi specifici e non gli è permesso salire sui mezzi pubblici.
Attenzione anche ai commenti sul Paese, o peggio su Kim Jong-un, quando si parla con le guide turistiche ufficiali, le uniche, che spesso hanno il compito di fare la spia per il regime e vanno sempre in coppia.
Regole strambe a parte, la Corea del Nord prima della chiusura causa pandemia e anche prima dell’inasprimento delle leggi legate alla libertà personale volute da Kim, era un Paese molto visitato dal turismo internazionale.
Tra il 2012 e il 2019 Koryo tours di Pechino, l’unico tour operator ufficiale, aveva portato in Corea del Nord ogni anno circa 2mila turisti, provenienti per lo più da Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Scandinavia ma anche da Italia, Grecia e Spagna, oltre a viaggiatori canadesi e australiani.
E proprio dal tour operator sono arrivati i primi commenti positivi sula riapertura, specificando che sarebbe visitabile però solo l’area di Samjiyon che si trova nel nord del Paese alle pendici del monte Paektu, la montagna più alta della penisola coreana vicino al confine con la Cina, da cui proviene oltre il 90% del turismo.
Oggi, quella che qualche anno fa era solo un villaggio, è una città studiata per attirare i turisti con nuovi hotel, strade, musei, che fin ad ora però nessuno ha visto.
Una sola meta, come sottolineato da Koryo tours, rischia di non essere sufficientemente attrattiva per turisti che, invece, negli anni passati avevano la possibilità di visitare la capitale Pyongyang e da lì muoversi (sempre con tour organizzati) verso il Monte Paektu, sulla costa orientale del Paese e giù fino al confine con la Corea del Sud.