La digital maturity del turismo: le linee guida di Federturismo e Uniocamere
Si chiama Digital Maturity ed è una sorta di misuratore del grado di digitalizzazione presente nelle imprese: Federturismo e Unioncamere hanno promosso un forum per fotografare ad oggi la maturità raggiunta dalle aziende turistiche e, purtroppo, il gap con altri paesi europei è evidente.
Se, come ha rappresentato Alberto Misuri di Unioncamere, il 69% dei consumer hanno prenotato attraverso il web una vacanza in Italia e che il 37% dei viaggiatori è stato comunque influenzato dal web nella scelta della destinazione, non sempre ha ricevuto risposte adeguate dal versante dell’offerta, sia da parte delle imprese che dei territori, rappresentati da enti turistici locali.
Eppure il digital sta diventando un’opzione operativa quasi obbligata per tutti, se è vero che il potenziale turista spende quasi 42 ore nella scelta di una vacanza, di cui una decina per “sognare online”, 12 ore per pianificare sul web, un’ora per prenotare e il restante tempo per trovare experience e condivisioni social.
Ora la vera sfida, secondo Barbara Marcotulli di Innovacamere «è la capacità di recepire il valore di questa rivoluzione e adeguare strutture operative e prodotti, con l’ausilio anche di giovani leve che sono di fatto nate digital. Ma occorre lasciar lavorare questi giovani talenti, dargli autonomia e piena fiducia per far crescere le proprie imprese. Ci vuole, in buona sostanza, un atto di coraggio e di umiltà».
E infatti, sull’adeguamento delle imprese si è soffermata anche Marina Lalli, vice presidente di Federturismo che osserva come ormai «La digitalizzazione ha pervaso tutte le nostre aziende e solo per le posizioni orientate tecnicamente al digitale, ma per ogni posizione di lavoro che ormai prevede delle competenze digitali, e quindi per vendere, per gestire il personale, per produrre».
Questo fa sì che si verifichi una doppia necessità: inserire personale nuovo e adeguare il team preesistente. Che si può fare? «Il mondo del turismo ha piccole aziende che chiaramente hanno difficoltà a tenere il passo, almeno nelle tempistiche imposte dal mercato. Ed è qui che può entrare in gioco un’associazione come Federturismo che può fare formazione, aggiornamento professionale e soprattutto perseverare in un pressing sul Governo affinché adotti provvedimenti a supporto della digitalizzazione», continua Lalli.
Esattamente come era stato fatto anni fa con il tax credit per la riqualificazione e digitalizzazione delle imprese. «Bisognerebbe rinnovare e potenziare il budget di questi strumenti, magari rivedere anche la formula del click day per aderirvi perché ancora oggi ci sono aree del nostro paese con una cattiva connessione che non permettono alle imprese locali di accedere in tempo e sono quindi svantaggiate già in partenza. Comunque son questi gli strumenti che possono permettere alle nostre imprese turistiche di giocare alla pari con tutti i competitor del mercato globale dei viaggi», conclude la vice presidente.