La formula anticrisi di Euphemia: «Puntiamo alle adv del centro-sud»
«Siamo un’azienda che offre, prima di tutto, uno scambio di professionalità, un campo di possibilità per innovare il settore del turismo in Italia. E il potenziale del nostro modello emerge ancora di più in un momento di crisi come questo. Euphemia è piena espansione ed ora puntiamo ad allargare la nostra rete al centro-sud Italia». È ambizioso Ezio Barroero, presidente di Lab Travel Group, la holding che controlla Euphemia, reti di consulenti di viaggi che conta oltre 120 personal voyager e 44 filiali sul territorio. Un’ambizione accompagnata da un solido pragmatismo da imprenditore cuneese della distribuzione alimentare che fonda con entusiasmo nei primi anni 2000 il progetto di specialisti di viaggio.
«Penso che gli agenti non debbano porsi limiti reinventando la loro professionalità. Con Euphemia stiamo crescendo passo dopo passo puntando su efficienza, rispetto dei ruoli, flessibilità e un’attenta comunicazione interna. Per questo abbiamo dei requisiti di accesso molto rigidi: ci rivolgiamo a professionisti con una lunga esperienza nel settore, in qualità di titolari o dipendenti di agenzie di viaggi». Il modello Euphemia, infatti, non prevede costi fissi né fee, non ha bisogno di un’agenzia fisica ma cerca gli agenti che hanno un portafoglio clienti fidato e conosciuto e che possano viaggiare spesso «per partecipare in media a 20 eductour all’anno».
Una visione del lavoro del consulente importata dagli Usa funziona nel mercato italiano?
«Assolutamente sì. Bisogna dare solo la possibilità all’agente di comprenderne il meccanismo. Io non credo che gli agenti possano essere definiti imprenditori tout court, in un senso classico. Piuttosto sono dei professionisti a metà tra i consulenti e gli specialisti che hanno bisogno di sprigionare tutte le loro competenze ed energie senza farsi ingolfare da adempimenti, documentazione, doveri e spese accessorie. Devono seguire la loro passione svincolandosi dagli oneri e dalle responsabilità connesse alla gestione di un punto vendita tradizionale».
E le vostre sedi fisiche a cosa servono?
«Non rinunciamo totalmente ai punti vendita sul territorio, ma abbiamo delle filiali di Lab Travel, con i costi fissi che sono tutti scaricati sulla sede principale. Sono veri e proprio spazi di coworking dove i personal voyager che lo desiderano possono approfittare di tutte le dotazioni tecniche necessarie per svolgere al meglio il loro lavoro e di spazi prestigiosi per incontrare i clienti».
Come state riorganizzando il prodotto in questo periodo?
«Stiamo lavorando molto sull’assicurativo, sia lato clienti sia lato personal voyager. Garantiamo la sicurezza di una vacanza, ma abbiamo anche le polizze per i nostri specialisti. Infine abbiamo introdotto l’assicurazione in caso di errore umano su una prenotazione. I personal voyager, inoltre, si stanno orientando verso la definizione di partnership in esclusiva con le aziende del territorio, indipendentemente dal settore merceologico, per la gestione della parte viaggi nei programmi di welfare rivolti ai dipendenti. Sulla programmazione stiamo lavorando molto sull’Italia, con tour e itinerari tematici sviluppati direttamente dai personal voyager con il supporto operativo del back office; e sui gruppi».
Dopo l’acquisto di quote in The Travel Expert che obiettivi vi ponete?
«Siamo molto forti e strutturati nel nord Italia, da Firenze e Ancona in su. Ora è tempo di crescere al centro-sud dove ci sono professionalità di enorme valore. Nei prossimi mesi vogliamo crescere con entrambe le realtà, Euphemia e Travel Expert: abbiamo tutte le carte per penetrare il mercato. Se per la prima realtà cerchiamo agenti con almeno 15-20 anni di esperienza nel settore, con Travel Expert lavoriamo di più sulle giovani promesse, sulla formazione, sul potenziale futuro».
Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.
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