by Giulia Di Camillo | 19 Novembre 2021 11:14
Una piattaforma di marketing digitale che aiuta a intercettare i turisti online dal momento in cui sognano la vacanza fino all’arrivo nella destinazione scelta. Fa questo Sojern, azienda che vede Luca Romozzi come senior director e responsabile delle partnership con le destinazioni in Europa e clienti nel Sud Europa, operativo da Londra e a breve in Italia per partecipare, tra i relatori, all’importante appuntamento con Hicon[1], di scena a Bologna il prossimo 2 dicembre e che vede L’Agenzia di Viaggi Magazine media partner.
«Da una parte la nostra piattaforma viene alimentata da dati in real time, quindi da tutte quelle tracce digitali come le ricerche effettuate, le intenzioni di viaggio e le prenotazioni, che sono la linfa dei nostri algoritmi – spiega Romozzi – Dall’altra c’è tutto il discorso legato alla tecnologia dell’intelligenza artificiale che ci permette poi di profilare il cliente. In modo da poter offrire efficaci soluzioni di marketing digitale, con campagne molto mirate che ci permettono di raggiungere il target giusto di chi si affida a noi».
In tutto il mondo Sojern assiste circa 10mila clienti, di cui la maggior parte sono hotel e piccole imprese. «Abbiamo anche una buona parte di destinazioni – aggiunge il manager – Parlando di alberghi, il programma Pay On The Stay permette, ad esempio, di non investire nulla in marketing, se non quando si riceve il soggiorno. In Europa, l’Italia è il nostro terzo mercato. Gli altri due di enorme valore sono ovviamente Uk e poi la Spagna».
Sojern lavora con tante strutture ricettive indipendenti, «con destinazioni come Toscana e Friuli Venezia Giulia e aziende come Alpitour. «L’Italia sta crescendo molto – conferma Luca Romozzi – Perché le aziende comprendono sempre più quanto il digitale sia un’area importante di investimento e ritorno».
Quanto alle tendenze, «chiaramente ora il corto raggio e il domestico stanno andando di più – commenta – Ma guardando al 2022, il mercato americano sta osservando molto l’Italia. Sul sentiment, comunque, collaboriamo in larga parte con Data Appeal Company di Mirko Lalli. A noi i dati, che usiamo un po’ come consulenza, servono per le campagne marketing. Ora, tra le priorità, c’è un importante lavoro con aziende tecnologiche per analizzare l’impatto di una campagna, recuperando dati qualitativi, tra emozioni e percezioni».
Infine, avanti tutta sull’omnicanalità: «Prima di tutto dobbiamo distinguere il multicanale dall’omnicanale, il primo è una strategia fondamentale, tutte le aziende devono per forza essere su più canali. La multicanalità ormai è un must, lo dicono i comportamenti del consumatore. Poi però bisogna fare un passaggio: quello all’omnicanalità. Mettendo, dunque, il consumatore al centro con l’esperienza di brand personalizzata. Non puoi essere omnicanale se non sei multicanale. Il cliente deve sentire, in qualsiasi touchpoint, che si tratta di un’esperienza personalizzata, e questo è possibile farlo grazie ai dati e al digital».
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