La Francia argina Airbnb: dura legge al varo

La Francia argina Airbnb: dura legge al varo
24 Maggio 13:43 2024 Stampa questo articolo

Prosegue la crociata della Francia contro Airbnb. Già nel 2023 il governo a guida Emmanuel Macron aveva presentato un pacchetto normativo di 14 misure per ridurre la presenza degli affitti brevi turistici come piattaforma nei centri cittadini.

Proprio martedì il Senato francese ha approvato una legge rigorosa che pone fine a una scappatoia fiscale che favorisce gli affitti per le vacanze modello Airbnb: l’attuale riduzione della tassazione, dal  70% al 50%, sarà rivista e portata al 30%. Mantenuta comunque una riduzione del 50% per gli alloggi ammobiliati classificati, riconoscendo la loro importanza per il turismo di qualità.

La nuova legge, la cui approvazione definitiva è attesa per l’inizio di giugno, con l’entrata in vigore prevista per l’inizio del prossimo anno scolastico, consente ai sindaci di vietare gli affitti tramite Airbnb o simili per più di 120 giorni all’anno (quattro mesi) e le case vacanza dovranno essere conformi alla classificazione energetica D entro dieci anni.

Il ministro dell’Edilizia, Guillaume Kasbarian, ha sostenuto il disegno di legge, sottolineando la necessità di permettere ai francesi di trovare ospitalità nelle aree turistiche più popolari. Echaniz ha evidenziato l’urgenza della situazione, ricordando che il numero di alloggi turistici ammobiliati in Francia è passato da 300.000 nel 2016 a oltre un milione oggi, rendendo difficile per i residenti permanenti trovare casa.

Airbnb sembra favorevole alla nuova legge e Clément Eulry, direttore generale di Airbnb per Francia e Belgio, ha dichiarato a France Info che la regolamentazione è accettabile, riconoscendo il bisogno di bilanciare il mercato e proteggere il potere d’acquisto dei francesi. Tuttavia, Eulry si è opposto alla riduzione del numero di giorni consentiti per l’affitto delle abitazioni.

Il nuovo provvedimento prevede anche l’introduzione di un numero di registrazione per tutti gli affitti turistici, permettendo un controllo più rigoroso da parte dei Comuni. 

La crociata anti Airbnb è approdata, nei mesi scorsi, anche a New York dove è stata introdotta una legge che ne impedisce la proliferazione.

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