Da domenica 31 gennaio la Francia ha ufficialmente chiuso le frontiere con i Paesi extra Ue con l’obiettivo di frenare i contagi da Covid-19 e bloccare la diffusione delle nuove varianti del virus (soprattutto quelle inglesi, sudafricane e brasiliane che hanno una contagiosità maggiore). Le uniche eccezioni saranno permesse per motivi di assoluta necessità.
«Ogni ingresso in Francia e ogni uscita dal nostro territorio a destinazione o in provenienza da un Paese esterno all’Unione europea sarà vietato, salvo motivi imperativi, quindi quelli di ordine familiare o personale, ragioni urgenti di salute o motivi di lavoro il cui viaggio non può essere rimandato», ha spiegato il primo ministro, Jean Castex. Nel frattempo il governo transalpino sta cercando di aumentare le restrizioni senza dover ricorrere a un nuovo lockdown generale.
Inoltre, secondo l’ambasciata italiana a Parigi, gli ingressi in Francia da un Paese dell’Unione europea sono fortemente sconsigliati. Le autorità francesi richiedono l’esibizione di un test molecolare (Pcr) da effettuare nelle 72 ore precedenti l’arrivo nel Paese transalpino. Il test antigenico non è, invece, accettato.
L’obbligo riguarda i viaggiatori, maggiori di 11 anni, che entrano da Paesi Ue, inclusa l’Italia, con qualsiasi mezzo (aereo, treno, auto, nave, bus, ecc). Sono esentanti dal presentare il tampone: i lavoratori frontalieri, i trasportatori e i residenti nei territori confinanti entro 30 km dal proprio domicilio