La Giamaica riapre le frontiere dal 15 giugno

08 Giugno 11:04 2020 Stampa questo articolo

Il governo pianifica la ripartenza dell’economia della Giamaica, dove il turismo ha la massima attenzione essendo la principale fonte di sostentamento del Paese. Rappresenta infatti il 9,5% del pil, contribuisce al 50% delle entrate in valuta estera dell’economia e genera 354mila posti di lavoro diretti, indiretti e indotti.

È un’industria di grande rilevanza – costituita per l’80% da piccole imprese – che comprende ristoranti, artigiani, operatori turistici e dei trasporti, attrazioni, bar, negozi duty free. La natura trasversale del turismo e i forti legami che possiede con gli altri settori produttivi fanno sì che questo segmento stimoli anche l’agricoltura, la manifattura e l’economia creativa.

Il ministro del Turismo Edmund Barlett fa il punto della situazione e annuncia i piani per il rilancio di un settore gravemente danneggiato dalla pandemia.

La perdita di entrate del turismo diretto per il governo da aprile 2020 al marzo 2021 è stata stimata a 38,4 miliardi di dollari giamaicani. La perdita totale di entrate portate dai visitatori in scalo è stata stimata a 107,6 miliardi di dollari giamaicani.

“La riapertura graduale delle frontiere ai turisti internazionali del 15 giugno non riguarda soltanto il turismo – sottolinea la nota del ministero – È una questione di vita o morte economica. È necessario far rientrare a lavoro tutti i lavoratori, più di 350mila, inoccupati a causa della pandemia”.

«Mentre dico ciò, sono consapevole della pubblica opinione secondo cui ci stiamo muovendo troppo in fretta e del timore che questa scelta possa comportare un rischio di salute per il popolo giamaicano – dichiara Barlett – Garantisco che la riapertura verrà eseguita secondo le norme di sicurezza e in modo da proteggere tutti i lavoratori del turismo in prima linea, i cittadini giamaicani e i visitatori del paese. Come sottolinea il primo ministro, è necessario continuare a proteggere le vite mentre salvaguardiamo la nostra sussistenza.

Il ministro del Turismo garantisce che «i cittadini stranieri che a partire dal 15 giugno entreranno nel paese saranno sottoposti agli stessi controlli di salute dei cittadini, controllo della temperatura e dei sintomi. Se i visitatori saranno considerati a rischio sarà richiesto loro di mettersi in quarantena nella destinazione fino all’arrivo dei risultati».

Ecco i cinque punti della strategia di ripresa: ferrei protocolli di salute e sicurezza che reggeranno l’analisi locale e internazionale; formazione di tutti i settori nella gestione dei protocolli e dei nuovi modelli di comportamento adottati da ora in avanti; strategie legate alle infrastrutture di sicurezza del Covid-19 (dispositivi di protezione individuale, mascherine, macchine a raggi infrarossi, ecc); scambio di informazioni con i mercati locali e internazionali sulla riapertura; approccio scaglionato alla riapertura/gestione dei rischi in maniera strutturata. È il risultato delle consultazioni tra enti governativi locali, approvato dal Wttc.

I segmenti dell’industria turistica coperti da questi protocolli sono: hotel, pensioni, attrazioni turistiche, spiagge, trasprti, negozi, ristoranti e bar, porti di crociera.  Gli aspetti fondamentali delle procedure per la riapertura riguardano: sanificazione, mascherine e dispositivi di protezione individuale, distanziamento sociale; comunicazione e messaggistica trasparente.

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