La guerra frena Egitto e Giordania? Americani in fuga, italiani no
Turisti Usa in fuga dal Medio Oriente, Italia più resiliente. Se il conflitto israelo-palestinese ha inflitto un duro colpo ai flussi americani verso Egitto e Giordania, quello dei nostri connazionali ha subito, sì un rallentamento, ma inferiore a quello che si temeva in coincidenza con l’inizio delle ostilità.
Il punto di vista a stelle e strisce è inequivocabile: secondo gli operatori presenti alla Conferenza annuale al marketplace di Ustoa (United States Tour Operators Association) – scrive la rivista specializzata Travel Weekly – la guerra a Gaza ha avuto un effetto dannoso su tour e crociere nei due Paesi. Le prenotazioni sono in forte calo e le cancellazioni sono aumentate, almeno per quanto riguarda il primo trimestre del 2024. «Quasi la metà dei nostri clienti ha annullato il viaggio» riferisce Pamela Hoffee, presidente di Avalon Waterways. «Il tasso di cancellazione si aggira tra il 30 e il 40% per le partenze a breve termine – osserva Jeff Roy, vicepresidente esecutivo della gestione delle entrate, dei prezzi e delle operazioni a livello mondiale per Collette Travel Service– nel complesso la guerra ha rallentato le prenotazioni del quarto trimestre».
A influire su prenotazioni e cancellazioni in Egitto e Giordania anche il rischio di attacchi terroristici. Secondo l’indagine annuale di Ustoa, il terrorismo è infatti la terza “preoccupazione” più importante, al contrario di un anno fa, quando era in fondo alla lista.
La guerra a Gaza, invece, non frena la voglia di vacanza degli italiani in vista di Natale, secondo un’indagine di Huffington Post, che ha ascoltato il parere di alcuni operatori del settore turistico. Le crisi internazionali, così come il cambiamento climatico, hanno certamente il loro peso, eppure prevale l’ottimismo.
La presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, si attende infatti «un flusso di turisti non inferiore a quello dello scorso Natale, che aveva già registrato numeri record, siamo convinti che molte prenotazioni arrivino sotto data». Le fa eco il presidente di Assoviaggi Confesercenti, Gianni Rebecchi: «Le prenotazioni ci confermano una stabilità rispetto ai numeri dello scorso Natale. Il conflitto israelo-palestinese ha penalizzato destinazioni importanti come l’Egitto e la Giordania, ma i viaggiatori hanno imparato a diventare resilienti verso le crisi e questo neutralizza l’impatto negativo della geopolitica sulle dimensioni dei movimenti turistici».
E Alberto Corti, responsabile del settore turismo di Confcommercio, conferma: «In base ai nostri sondaggi la guerra Gaza aveva indotto il 54% degli intervistati a riconsiderare i piani delle vacanze, ma questa percentuale è scesa poco dopo al 47%, segno che i turisti tendono a metabolizzare sempre più velocemente gli eventi negativi. Globalmente, nel trimestre novembre 2023-gennaio 2024 ci aspettiamo 24,5 milioni di italiani in viaggio, in linea con l’anno passato».
Mete natalizie preferite? A parte le classiche capitali estere – nonostante il livello d’allerta elevato per la minaccia terrorismo – e le mete esotiche, viaggiano ad alti ritmi le Canarie – complice un “ritorno di fiamma” dei passaporti lumaca, che giocoforza obbliga a restare nei confini dell’Ue – e i mercatini di Natale, non solo in Trentino Alto Adige, ma anche al Sud.
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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