Forte richiamo di Iata, l’associazione che rappresenta oltre 270 compagnie aeree nel mondo, all’Unione europea affinché attui un controllo più severo su certi comportamenti monopolistici delle società aeroportuali. Il j’accuse riguarda principalmente una maggiore efficienza e uniformità dei costi aeroportuali che andrebbe a beneficio dei passeggeri.
Secondo i vertici dell’associazione, infatti, la mancata regolamentazione economica dei principali monopoli aeroportuali europei danneggia gli interessi dei consumatori finali. Secondo uno studio che la Iata ha elaborato di recente, e che riguarda il periodo 2006-2016, ai passeggeri europei sono stati di fatto negati i vantaggi dei voli più economici lanciati sul mercato proprio a causa di una lievitazione degli oneri degli scali.
Sempre secondo l’associazione, in dieci anni di operatività il costo medio di un biglietto aereo è rimasto praticamente uguale (se si includono tutte le spese accessorie come i bagagli). Allo stesso tempo per le compagnie aeree le entrate derivanti dal prezzo del biglietto sono scese dal 90 al 79%, mentre le imposte aeroportuali sui passeggeri sono raddoppiate.
Se le tariffe aeroportuali fossero rimaste costanti in questi ultimi dieci anni, ogni passeggero europeo avrebbe risparmiato fino a 17 euro per ogni singolo biglietto acquistato. E un maggiore impulso all’acquisto di ticket economici, mantenendo stabili gli oneri aeroportuali, avrebbe convinto a viaggiare almeno 50 milioni di passeggeri in più rispetto a quelli movimentati dal 2006 ad oggi. Un circuito virtuoso che, secondo Iata, avrebbe sbloccato 50 miliardi di euro nel Pil europeo e creato 238mila posti di lavoro.
«Le compagnie aeree, come tutte le imprese competitive, sono in una lotta costante per migliorare l’efficienza – ha sottolineato il direttore generale e ceo di Iata, Alexandre de Juniac – Ma gli aeroporti europei sono delle vere e proprie isole a sé. Ecco perché è necessario fissare dei paletti per impedire che i monopoli aeroportuali continuino a prendere soldi dalle tasche dei viaggiatori per premiare gli investitori. L’obiettivo dovrebbe essere la regolamentazione economica per promuovere la competitività e tutelare i consumatori. Le compagnie aeree, che sono i principali clienti degli aeroporti, dovrebbero essere accuratamente ascoltate. La crescente proprietà privata degli scali europei rende il tutto ancora più urgente».
Dal 2010 a oggi, ha ricordato de Juniac, il numero di aeroporti europei in mano dei privati è quasi raddoppiato: «E in molti casi la privatizzazione ha significato un forte incremento di oneri per utenti e vettori».