La lettera di de Negri al ministro Franceschini: “Ultimo appello, non c’è più tempo”
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera aperta che Angioletto de Negri, amministratore delegato de I Viaggi dell’Airone, ha inviato al ministro del Mibact Dario Franceschini, ribadendo come il settore del turismo sia ancora in balia dell’indifferenza del governo e a rischio ci sia l’inevitabile chiusura di gran parte delle attività.
La dichiarazione di guerra al governo da parte delle aziende del comparto del turismo organizzato e di quelle a esso collegato è ormai imminente e creerà le condizioni per mettere definitivamente in ginocchio l’economia del Paese.
L’indifferenza alle nostre continue sollecitazioni manifestata dal governo e dal ministro del Turismo Dario Franceschini, e l’aver ignorato anche le pressanti sollecitazioni espresse dal rappresentante della più importante azienda del turismo nazionale e internazionale quale è Alpitour, ha fatto sì che si innescasse una tacita intesa tra tutti gli attori del sistema turismo per arrivare, a breve, alla chiusura a tempo indeterminato delle migliaia di aziende del settore, conseguenza diretta dell’inesistenza di interventi concreti e urgentissimi del ministro del Turismo e della completa indifferenza dell’attuale improvvisato governo.
Signor ministro, in questo tsunami che la travolgerà irreparabilmente, ci sono le categorie più impensate, di cui forse ignora l’esistenza o la propedeuticità alle attività del turismo: non solo le migliaia di alberghi, b&b, case vacanze, agenzie di viaggi, tour operator, compagnie di navigazione, compagnie aeree, noleggiatori, tassisti, ma anche ristoranti, guide turistiche, trasporti su gomma, compagnie ferroviarie. E, inoltre, anche tutto ciò che concerne i servizi aggiunti dai grafici alle stamperie, dai manutentori per gli hotel alle aziende di comunicazione web, al commercio in generale e tantissime altre categorie che vivono di turismo tutto l’anno. Una tempesta che travolgerà anche l’arte e la cultura del Paese che le stanno tanto a cuore, i musei da lei sempre tanto nominati, perché lei ignora che senza di noi non esiste alcun altro mezzo per portare cultori e visitatori dei nostri suddetti attrattori del Paese. Lei si bea dell’idea di lasciare i musei aperti senza che venga richiesto il pagamento del biglietto d’ingresso. Ci dice il numero dei visitatori?
E per favore non ci parli dei voucher. Il successo che lei sbandiera è l’effetto dell’ignoranza crassa di chi li ha creati, a parte l’approssimazione del progetto appena corretto, lei sa che questi voucher sono destinati anche per la prenotazione di una notte in b&b. Da qui può capire da dove deriva questo grande risultato numerico che le portano i suoi collaboratori e che lei sbandiera mortificando ancora una volta tutta la nostra importante categoria di professionisti che lei dovrebbe rappresentare con determinazione ma che, per assurdo, ignora completamente.
Caro Franceschini, questo è uno degli ultimi appelli che lei riceverà, glielo assicura uno qualunque che però, oltre all’età anagrafica avanzata, ha anche 45 veri anni di turismo sulle spalle e perciò si permette di suggerirle di fare presto, perché oramai la nostra sfiducia è totale e quale extrema ratio siamo pronti a mollare tutto e subito.