Tassa d’ingresso triplicata dal primo ottobre. La Nuova Zelanda esibisce ai turisti stranieri il nuovo biglietto da visita “stampato” dal governo, che ha già scatenato le feroci critiche degli operatori del travel: un aumento della gabella, dicono, non farà altro che scoraggiare i visitatori.
La tariffa, riferisce la Reuters, passerà dunque da 35 a 100 dollari neozelandesi ( 56 euro) “per garantire – spiega l’esecutivo – che i turisti contribuiscano ai servizi pubblici e alle esperienze di alta qualità durante il soggiorno in Nuova Zelanda. La tariffa è competitiva il nostro Paese continuerà a essere una destinazione attraente”.
Come molte famose località turistiche, anche la Nuova Zelanda deve fare i conti con l’overtourism, con conseguente impatto sull’ambiente naturale e infrastrutture messe a dura prova dai grandi numeri. La tariffa di 35 dollari era stata introdotta a luglio 2019, ma non era sufficiente a coprire i costi associati a così tanti visitatori.
L’Associazione dell’industria turistica neozelandese, però ribadisce che l’incremento della tassa terrà lontani i turisti, soprattutto perché il settore, un tempo la principale fonte di guadagni del Paese, deve ancora riprendersi dalla rigida chiusura delle frontiere durante la pandemia. «La ripresa del turismo in Nuova Zelanda – sottolinea Rebecca Ingram, amministratore delegato dell’associazione – è indietro rispetto al resto del mondo e l’aumento della tassa intaccherà ulteriormente la nostra competitività globale».
Gli ultimi dati di Stats Nz – l’agenzia dati ufficiale della Nuova Zelanda – mostrano che le entrate turistiche per l’anno terminato il 30 giugno erano pari a 14,96 miliardi di dollari neozelandesi, in calo del 5% rispetto al pre Covid. Il numero dei visitatori, secondo l’ufficio di presidenza, è pari a circa all’80% dei livelli precedenti la chiusura delle frontiere.
E non finisce qui. Dopo aver aumentato anche i costi dei visti turistici, il governo punta a incrementare le tariffe sugli aeroporti regionali. «Si tratta di un “triplo colpo“ per il nostro settore, che pure sta cercando di lavorare duramente per la ripresa economica della Nuova Zelanda», nota polemicamente Billie Moore, amministratore delegato di Nz Airports.