Per una volta la tendenza è uguale in tutta Europa. Se in Italia il trasporto charter non attraversa più i fasti di un tempo, anche nel resto del vecchio continente – Germania e Regno Unito in primis – le compagnie specializzate nei voli leisure stanno risentendo pesantemente dell’avanzata delle low cost. Insomma, man mano che l’industria del trasporto a basso costo si fa largo, e la differenza con le full carrier viene meno, stare in piedi con i soli collegamenti punto a punto per le mete di vacanza più gettonate non è più così semplice.
A confermare il trend, arrivano i dati di Eurocontrol, l’organizzazione europea per la sicurezza del traffico aereo, che in una recente indagine ha suddiviso per quote di mercato il numero dei collegamenti effettuati nel Vecchio Continente durante il 2016. Un confronto che non lascia scampo ai diversi vettori charter detentori di un market share del 3,4%, in discesa del 15,3% rispetto al 2015; tutto il contrario di quanto fatto da low cost (30,1% di market share e incremento del 7,5%) e voli di linea, al 52,8% di market share con un aumento percentuale del 2,1.
Eppure, a dispetto dei numeri non di certo incoraggianti, a livello mondiale il business del trasporto charter non sembra destinato a estinguersi, neppure adesso che le low cost hanno deciso di buttarsi sul mercato del long haul. Secondo la società di consulenza Ishka, infatti, tra le compagnie aeree che nel corso degli ultimi dodici mesi hanno lanciato le loro startup ben il 22% sono vettori charter (il 30% full service e il 18% LCC), con una particolare concentrazione in Europa. Dalla Scandinavia (BRA Braathens Regional Airlines) alla Germania (Small Planet Airlines Germany, sussidiaria di Small Planet Group e basata a Berlino, che ha siglato un memorandum di intesa con Thomas Cook per operare congiuntamente alcune rotte mediterranee), dalla Grecia (Orange2fly è stata lanciata nel settembre 2016 con una flotta di A320) all’Ucraina (Anda Air), sono quattro i carrier europei nuovi di zecca che si sono buttati nella mischia, a cui vanno aggiunte altre sette new entry a livello mondiale: Fly Jordan e Al Bayraq, in Medio Oriente; Dominican Wings e Air Costa Rica, in Centro America; Latin American Wings, in Cile; Crystal Luxury Air, in Nord America.
Tutte realtà che dovranno fare i conti con le potenze del settore come, ad esempio, le inglesi Thomas Cook Airlines e Thomson Airways. La prima, premiata come World’s Leading Charter Airline 2016 ai World Travel Awards dello scorso anno, che con una flotta di oltre 30 aeromobili (sono in arrivo anche 25 nuovi Airbus A321 per sostituire quelli più vecchi) trasporta quasi 7 milioni di passeggeri ogni anno da più di 20 aeroporti in tutto il Regno Unito verso una sessantina di destinazioni tra America settentrionale, Caraibi, Europa, Sud Africa. La seconda, con 17 basi operative in Gran Bretagna, una flotta di 77 aeromobili e più di 80 destinazioni raggiunte in tutto il globo, tra cui Cuba, Usa, Mauritius, Egitto, Messico, Thailandia e Turchia.
Tra i vettori in lizza per vincere il riconoscimento poi, non mancavano altri big come EuroAtlantic Airways, Finnair, Miami Air International e le due teutoniche Germania e TUIfly. Una, fondata una trentina d’anni fa, che con la sua flotta di 25 aeromobili, offre quasi 60 destinazioni tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente da una ventina di aeroporti tedeschi e svizzeri. L’altra, braccio volante del gruppo Tui, che con la sua flotta di circa 40 aeromobili di medio e corto raggio, fa rotta su 75 mete in 17 stati europei e del Mediterraneo.
E proprio TUIfly è stata negli ultimi mesi al centro di più di una voce riguardante possibili accordi con Condor (peraltro subito smentite) e con Etihad. Risultato: anche il mercato tedesco, sulla scia di quanto sta avvenendo in Italia dove i rumor di un interessamento di Neos per Blue Panorama si fanno sempre più insistenti, ha imboccato la via del consolidamento. Tutto ha avuto inizio lo scorso autunno quando sono uscite le prime indiscrezioni riguardanti la nascita di un nuovo soggetto frutto di una partnership tra Etihad e Tui. Per salvaguardare il suo investimento – al momento perdente – in airberlin, il vettore di Abu Dhabi avrebbe pensato di lanciare una nuova compagnia (Blue Sky il nome provvisorio) in grado di utilizzare aeromobili della ex-flotta airberlin e di FlyNiki, oltre che di TUIFly. Obiettivo: mettere insieme una sessantina di velivoli pronti a servire mete leisure da Austria, Germania e Svizzera, con il plus di diventare vettore di riferimento per il gruppo Tui.
Scettico il patron di Ryanair, Michael O’Leary. «È la quinta ristrutturazione nel mercato tedesco di low cost e charter», ha commentato il manager all’Indipendent. Ryanair che guarda con interesse al segmento charter, ma di un Paese in grande crescita come la Polonia. Per l’estate 2018, infatti, la low cost irlandese aprirà una compagnia con base a Varsavia – Ryanair Sun il nome scelto – in grado di collegare con i suoi cinque Boeing 737-800 le destinazioni più richieste dalla domanda leisure polacca. Il nuovo player opererà dallo scalo Modlin della capitale. In precedenza, la compagna di Dublino aveva già fatto la sua comparsa nella charteristica (anche se in ottica corporate) offrendo il noleggio di un jet Boeing 737-700 personalizzato ad aziende, squadre sportive e gruppi. A bordo, 60 posti in business class con sedili in pelle e un equipaggio di piloti e assistenti di voli professionisti.