by Roberta Rianna | 17 Febbraio 2021 11:26
Bastone e carota. Il turismo va, sì, aiutato, ma è uno di quei settori che «deve cambiare». È la posizione del premier Mario Draghi, espressa con chiarezza nel suo discorso al Senato. Intervento che ha accompagnato la richiesta di fiducia al governo e in cui si è detto «mai così emozionato», sfatando il mito del gelido banchiere.
Anche nel nostro Paese alcuni modelli di crescita dovranno cambiare. Ad esempio il modello di turismo, un’attività che prima della pandemia rappresentava il 14% del totale della nostra economia – ha detto il presidente del Consiglio – Imprese e lavoratori in quel settore vanno aiutati a uscire dal disastro creato dalla pandemia. Ma senza scordare che il nostro turismo avrà un futuro se non dimentichiamo che esso vive della nostra capacità di preservare, cioè almeno non sciupare, città d’arte, luoghi e tradizioni che successive generazioni attraverso molti secoli hanno saputo preservare e ci hanno tramandato».
Il turismo sostenibile è, dunque, una priorità per il nuovo governo. Priorità in sintonia con quelle dettate dall’Ue – di cui l’Italia è parte essenziale, ha ribadito Draghi – per l’accesso al Recovery Fund[1].
Un europeismo ribadito con estrema chiarezza: in taluni ambiti dove si dimostrano più deboli «gli Stati – ha ricordato Draghi – cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa». E la condivisione dell’euro, ha voluto ribadirlo, è una scelta «irreversibile».
Senza alcun riferimento esplicito, il premier – che si conferma a modo suo attento al tema turismo[2] – ha anche accennato alla polemica sull’improvvisa proroga della chiusura degli impianti di sci[3], che ha visto protagonista il neo ministro del Turismo Massimo Garavaglia[4], in diretto contrasto con il responsabile della Salute Roberto Speranza. «Ci impegniamo a comunicare con sufficiente anticipo i cambiamenti delle regole», ha promesso il nuovo inquilino di Palazzo Chigi.
LE REAZIONI. Positive le prime reazioni dell’industria turistica al discorso di Draghi, a partire da Confindustria Alberghi: «Il segnale è di grandissima importanza perché riconosce il ruolo del settore nell’economia del Paese e disegna un percorso di sviluppo in chiave di sostenibilità che è in piena sintonia con le attività avviate da molte imprese prima della crisi – sostiene in una nota il vicepresidente dell’associazione, Maria Carmela Colaiacovo – Digitalizzazione e innovazione, transizione verde e coesione sociale trovano pienamente spazio e coerenza in un fenomeno come il turismo che cresce insieme al territorio e al contesto culturale e sociale che lo circonda».
Da parte sua Federturismo, per bocca del suo presidente Marina Lalli, fa sapere di aver apprezzato come sia stata «riconosciuta la necessità d’ora in avanti di cambiare approccio nel segno di un maggiore coordinamento, ponendo fine agli allarmismi nel rispetto del lavoro di tutti. La crisi – conclude la federazione che fa capo a Confindustria – ha dimostrato che il modello pre Covid non è più ripetibile, offrendoci l’opportunità per ridisegnare il turismo con maggiore attenzione a sostenibilità, autenticità, per ricostruire il turismo in modo sicuro e rispettoso».
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