Connettività e reputazione del brand Europa, sostenibilità e maggior dialogo tra le tante anime del turismo continentale. Questa la ricetta di Magda Antonioli, eletta poche settimane fa alla vicepresidenza dell’European Travel Commission (Etc), dopo l’ingresso nel cda dell’Enit voluto con forza dal ministro del turismo, Gian Marco Centinaio. Sostenibilità, innovazione e diversificazione sono il nuovo mantra per rilanciare il brand Europa – sottolinea Antonioli – Ma è la connettività il vero tema da affrontare per garantire la competitività dell’intero continente come meta turistica.
Quali sono le misure per rilanciare la destinazione Europa?
«Partiamo dai dati, sappiamo che il trasporto aereo fornisce un contributo significativo all’industria del turismo: oltre il 52% dei turisti globali viaggia in aereo e l’Europa è il 2° mercato aereo al mondo e detiene la prima posizione per il traffico di passeggeri internazionali. Occorre, quindi, che il settore e gli operatori si adattino alle nuove abitudini dei consumatori, superando standard sedimentati e proponendo un’offerta più specializzata e targettizzata, ma è prioritario un approccio concordato su scala europea per continuare ad attrarre. Per questo parlo di connettività. I cambiamenti climatici, poi, richiedono un cambio di prospettive: il turismo diventa green e sostenibile, con prolungamenti di stagione. Ultimo, ma non meno importante, bisogna facilitare la formazione di reti territoriali e lo sviluppo di un turismo di qualità che consolidi la reputation dell’Europa turistica come un brand».
Ci sono progetti in cantiere?
«L’European Travel Commission sta lavorando molto sulle tecnologie e si presta ad essere un osservatorio per monitorare proprio il futuro del settore. Accordi che potenzino rotte transatlantiche crocieristiche e voli low cost, lo sblocco di vincoli aerei, la rapidità nel rilascio dei visti: sono tutti elementi che possono contribuire al rilancio della destinazione Europa. La commissione rimane poi impegnata – soprattutto nell’ambito dei trasporti intraeuropei – rispetto al contenimento delle emissioni di Co2 e sul potenziamento dei trasferimenti su ferro e sul loro ruolo e capillarità».
A giugno 210mila voli sono stati interessati da disservizi per i passeggeri, prevalentemente turisti. Siamo alla vigilia di un turismo in-sostenibile?
«No, anzi, si è sempre più attenti alla sostenibilità sia in termini ambientali sia sociali ed economici. La necessità, piuttosto, è quella di una crescita a valore con una maggiore penetrazione nei segmenti di domanda capaci di portare nuova linfa ai territori meno conosciuti e in periodi dell’anno con minore carico. Va anche ricordato che oggi ad orientare il viaggiatore non è più solo il budget, ma le scelte etiche».
L’Etoa – European Tour Operator Association ha denunciato criticità nella fruizione delle attrazioni lamentando un’assenza di sensibilità tra gli amministratori. Qual è il ruolo dell’Etc?
«Migliorare l’armonizzazione, il dialogo e la cooperazione tra i vari livelli istituzionali è una delle priorità dell’Etc. Per la prima volta in assoluto gli attori e le parti interessate del turismo pubblico e privato in Europa si sono uniti per chiedere all’Unione europea di fare di più per questo importante settore. Nasce così il Manifesto europeo del turismo per la crescita e l’occupazione, che evidenzia le principali priorità politiche dell’Ue per il settore nei prossimi anni. Oltre 40 organizzazioni europee hanno già aderito al manifesto che mira a garantire proprio che il Continente rimanga una destinazione attraente e che il settore continui a fornire un contributo significativo all’economia. Il Manifesto si concentra sulle seguenti 8 priorità politiche: competitività, digitalizzazione, buon governo, promozione congiunta, riduzione della stagionalità, competenze e qualifiche, sostenibilità e connettività dei trasporti».
La destinazione Europa perde terreno tra i repeater. Quali contromisure?
«Bisogna lavorare sull’esperienza positiva, la qualità dei servizi, lo storytelling, il passaparola e la capacità di sorprendere il turista accanto al soddisfacimento della domanda: fattori che portano a tornare sui luoghi, per approfondire più volte le mete. E le nuove opportunità di soggiorno legate a destinazioni europee meno note offrono un pretesto per riproporre il viaggio».
Riguardo all’Italia, cosa può fare in questo contesto l’Enit?
«Farà la sua parte attraverso le sue tante sedi nel mondo, con attività promozionali B2B e B2C, di comunicazione e di monitoraggio della filiera turistica incoming a livello internazionale. Enit ha in programma oltre 600 eventi nel mondo (+5% rispetto al 2018) e il brand Italia vivrà un profondo cambiamento con l’Agenzia catalizzatore tra i protagonisti pubblici e privati del settore».