by Giorgio Maggi | 24 Marzo 2020 14:00
L’hôtellerie come l’aviazione. A differenza di quanto accade con le compagnie aeree, low cost e non, che hanno ormai spinto sul pedale dell’acceleratore delle ancillary, nel comparto alberghiero le possibilità di sviluppo su questo tema sono ancora infinite.
Parola di Frank Trampert, managing director & chief commercial officer per la regione Apac ed Emea di Sabre Hospitality Solutions, che nel corso di una conference call ha presentato risultati di una survey che la società americana ha condotto lo scorso febbraio su oltre 5mila viaggiatori di Francia, Italia, Regno Unito e Russia.
«Il futuro è proprio nella differenziazione dell’offerta, io la chiamo senza giri di parole una vera e propria retail revolution opportunity, a disposizione di tutte le strutture alberghiere», ha detto il manager sottolineando come più della metà dei viaggiatori europei sarebbero disposti a trascorrere più tempo in hotel se avessero a disposizione un’offerta personalizzata e più completa in termini di ancillary.
Insomma, per le strutture alberghiere in giro per il vecchio continente, la sfida è passare da un modello basato esclusivamente sulla vendita della camera, a un modello olistico. Lo dimostra il fatto che, tra i “plus” particolarmente apprezzati dai viaggiatori, ci sono la possibilità di pagare separatamente per facilities come la cancellazione flessibile, l’assicurazione di viaggio, l’early check in o il late check out, la pet allowance.
HOTEL COME DESTINAZIONI. Ma non solo: il 53% degli intervistati spenderebbe più tempo nelle strutture se potesse acquistare direttamente con l’hotel elementi come i biglietti per i mezzi pubblici, l’accesso ad eventi, guide locali, bike rental. Ma non è finita, perché il 43% dei clienti approfitterebbe volentieri di servizi come butler, baby sitter, corsi di vario tipo (yoga, pittura, concerti).
«Gli hotel devono incominciare a percepirsi come vere e proprie “destinazioni” e come fornitori di differenti tipi di servizi, esattamente come fanno le compagnie aree», ha aggiunto Tom Winrow, vp product management di Sabre Hospitality Solutions.
D’altronde, a favorire questo cambiamento sono gli stessi cambiamenti in atto nel modo di fare “shopping alberghiero”. Quando sono in cerca di un viaggio, il 45% degli europei si affida a un motore di ricerca specifico come Expedia, Trivago, Booking (in particolare, sono gli italiani a farlo con il 64% dei rispondenti), mentre sono il 7% lascia il compito ad un agenzia di viaggi e l’11% prenota direttamente sul sito della struttura. Inoltre, più della metà cerca, al momento della prenotazione, la possibilità di usufruire di sconti e offerte su misura, soprattutto se si tratta di membri della Generazione Z.
«Gli albergatori incominciano ad incontrare i loro clienti molto prima che entrino in hotel. Per questo motivo, è importante che essi possano stabilire una relazione con loro già nel momento precedente alla prenotazione, grazie ad un’offerta di servizi unica e personalizzabile come quella che offre una piattaforma come SynXis, che al momento può contare su più di 40mila strutture in tutto il mondo», ha concluso Winrow.
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