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Patanè e la rinascita Uvet:
«Riparto dagli hotel»

Luca-Patane, foto in archivio

Nei suoi occhi si legge chiaro: vuole tornare a essere protagonista Luca Patanè, che abbiamo incontrato a Ttg Travel Experience 2024 e che è alla guida di Uvet dal 1995 (timone ereditato dal padre), prima come amministratore delegato e poi come presidente esecutivo.

Da sempre big player del business travel, ma attivo sul mercato anche con il network di agenzie di viaggi e una società alberghiera, dopo l’operazione sfortunata Blue Panorama – compagnia ora all’asta – Patanè si rimette in pista e punta su Uvet Hotels, che ha appena acquisito la gestione di otto strutture in alcune delle più prestigiose destinazioni turistiche italiane tra cui Portofino, Positano e Courmayeur. «L’obiettivo è continuare a crescere – ha spiegato il presidente – Siamo in continua ricerca e sviluppo».

Ripartiamo dal momento in cui qualcosa è necessariamente cambiato: il Covid…
«Durante la pandemia abbiamo sofferto molto, siamo stati costretti a rivedere la nostra organizzazione e oggi, dopo un duro lavoro, siamo pronti a tornare protagonisti con nuovi ambiziosi progetti».

E infatti avete annunciato la gestione di otto nuove strutture con Uvet Hotels. Ci racconta l’operazione?
«Le abbiamo acquisite da Prima Hotel, che in totale conta una selezione di nove alberghi in alcune delle località più in voga d’Italia. Si è presentata questa opportunità e ho deciso di coglierla: parliamo dell’Hotel Piccolo di Portofino in Liguria, del Royal a Positano in Costiera Amalfitana, del Palumbalza a Porto Rotondo in Sardegna, dell’Alaska a Cortina in Veneto, dell’hotel Lea Jumeaux di Courmayeur in Valle d’Aosta, del Miramonti di Corvara in Alto Adige e del Ca’ Zusto e del Giudecca a Venezia».

Salgono dunque a 11 gli Uvet Hotels…
«Sì, si uniscono alle strutture di Trapani, in Sicilia, Milano e Maldive. Le nuove aperture vanno da fine dicembre a marzo 2025, arriveremo a oltre 770 camere in tutto il mondo e lo considero un assoluto buon punto di ripartenza».

Otto strutture in un colpo solo non sono poche, cosa l’ha spinto a questo sforzo? 
«La cosa che più mi ha affascinato sono le location e il poter offrire esperienze esclusive e al tempo stesso autentiche, unite ovviamente alle possibilità di rafforzare le nostre connessioni con l’estero. Noi con Uvet abbiamo uffici di proprietà fuori dai confini italiani e vogliamo sfruttare le relazioni in essere, che arrivano anche grazie ai viaggi d’affari che restano il nostro assoluto core business. L’Italia, con il suo patrimonio, rappresenta una destinazione di grande appeal per la clientela internazionale e vogliamo puntarci».

Quali sono adesso i piani operativi?
«Adesso dovremo posizionare bene l’offerta. Abbiamo impostato il dialogo con le agenzie di viaggi italiane e con quelle estere, chiaramente vogliamo interagire anche con le Ota e le banche letti online e stiamo lavorando, inoltre, al nuovo sito web».

Vi siete fissati un obiettivo?
«Le nostre ambizioni sono quelle di consolidare la rete vendite e dare la nostra impronta per commercializzare il più possibile le proprietà, comprese quelle erano già commercializzate bene prima. Vogliamo continuare a espanderci e siamo alla continua ricerca di strutture in linea con i nostri standard».

E il personale?
«Siamo partiti da una riconferma e ci sarà un rafforzamento. L’importante è partire ben, motivare in prima battuta i direttori degli alberghi e far valere la nostra filosofia che con il tempo definiremo in modo specifico. Vogliamo fare le cose a modo, come siamo abituati, e distinguerci».

Con il network di agenzie resta tutto invariato?
«Continuiamo a lavorare e a dialogare con gli agenti. Siamo reduci proprio da una convention in Sicilia al Baia dei Mulini Resort & Spa, parte della nostra collezione di hotel».

Per ultimo, la nota dolente: Blue Panorama…
«È un discorso chiuso».

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