La rivolta degli esclusi:
«Nuove agenzie senza ristori»
Le startup, le agenzie di viaggi nate tra il 2019 (a partire dal 1° gennaio) e il 2020. Sono loro le grandi escluse dai provvedimenti clou che il governo ha intrapreso per sostenere il turismo organizzato nel pieno di una delle crisi più pesanti della storia. Primo tra tutto c’è il contributo a fondo perduto per adv e t.o. appena rifinanziato – con il decreto Ristori – di ulteriori 400 milioni di euro, in aggiunta ai 245 già stanziati nei mesi precedenti. I nuovi agenti, infatti, ad oggi non hanno alcun accesso a tale misura e sono già in campo per rivendicare un sacrosanto diritto: accedere alle risorse necessarie per garantire un futuro alla propria attività e ai propri dipendenti.
«Le date della misura anti Covid più importante – spiega Jessica Smorgon, titolare dell’agenzia Maeva Travel, nata proprio a inizio 2020 – prevedono un ristoro calcolato sulla differenza di fatturato prodotto in determinati periodi (il calcolo viene fatto con riferimento al periodo 23 febbraio 2020-31 luglio 2020 e al corrispondente lasso di tempo dello scorso anno, ndr). E questo taglia fuori tutte quelle attività colpevoli di non aver considerato, tra gli imprevisti e i rischi d’impresa, anche una pandemia dalle dimensioni inimmaginabili come il Covid».
Jessica Smorgon, però, non è sola. «Grazie alla forza dei social media abbiamo messo in piedi un gruppo di lavoro, proprio quando ci siamo accorti che un’ennesimo provvedimento, di fatto, escludeva qualcosa come un migliaio di agenzie. La coesione è nata spontaneamente, basata sulla necessità di dover fare qualcosa in modo concreto per tentare di salvarci». A coordinare i lavori, coprendo così tutto il territorio italiano e proseguendo in un’attenta ricerca per far sì che nessuno venga emarginato, ci sono anche Barbara Albani (Travele20), Valentina Albanese (SeNonViaggiNonVale), Corinti Monica (The First Travel), Enzo Morandi (Em Travel Experience), Rosanna Schilirò (Travelteka), Alessandro Di Michele (Neiata Viaggi).
«Abbiamo avviato il dialogo con le associazioni di categoria – spiegano gli agenti – fermamente convinti che solo grazie a un lavoro sinergico e reciproco sarà possibile raggiungere l’obiettivo». Contestualmente, l’invio di una lettera al premier Giuseppe Conte, dove si ripercorrono «i decreti che si sono avvicendati in questi mesi, per mettere in evidenza quale sostegno abbiamo avuto e quali discriminazioni abbiamo subito».
Questi, di seguito, i punti chiave della missiva inviata al governo:
L’art. 25 del decreto Rilancio, riguardante tutti i soggetti esercenti attività di impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita Iva – pur prevedendo un contributo a fondo perduto basato sul calo di fatturato – almeno riconosceva il diritto a un importo minimo non inferiore a mille euro per le persone fisiche e a duemila euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. Questo è stato l’unico contributo al quale molti di noi hanno potuto accedere in quanto svincolato da qualsiasi vincolo di fatturato.
L’art. 182 dello stesso decreto, invece, istituiva un fondo destinato a sostenere le agenzie di viaggi e i tour operator affidando al Mibact il compito di ripartire le risorse tra gli aventi diritto. Pur incrementato nei mesi successivi, il fondo è sempre risultato insufficiente al confronto delle perdite subite dalle agenzie di viaggi e dai tour operator, stretti tra il blocco totale degli spostamenti e le successive fortissime limitazioni del post-lockdown. Non ci soffermiamo sui ritardi per arrivare alle disposizioni applicative, bensì richiamiamo l’attenzione su un fatto gravissimo, ossia l’esclusione di tutte le nuove realtà agenziali. Un ingente numero di imprese, teoricamente beneficiarie in quanto in possesso dei requisiti elencati nell’art. 2 delle disposizioni del Mibact, hanno trovato un ostacolo insormontabile rappresentato dall’impossibilità di dimostrare la differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi dal 23 febbraio 2020 al 31 luglio 2020 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del corrispondente periodo del 2019.
L’art. 5 del decreto Ristori incrementa di 400 milioni di euro il fondo del bando Mibact, dal quale certamente gli operatori turistici trarranno un sostegno. Invece le nuove aperture sono sempre lasciate ai margini poiché non hanno potuto presentare istanza a causa del vincolo di fatturato. Abbiamo anche sperato di trovare la nostra presenza nell’art. 1, comma 4, del suddetto decreto, laddove si prevedeva un contributo a fondo perdutoanche in assenza dei requisiti di fatturato ai soggetti riportati nell’Allegato 1 che hanno attivato la partita Iva a partire dal 1° gennaio 2019. Invece in quell’allegato non sono contenuti i nostri codici Ateco 79.11 e 79.12.
Alcune brevissime considerazioni: in primo luogo, accenniamo soltanto a una tra le tante non trascurabili peculiarità delle agenzie di viaggi. Quanto le agenzie effettuano la prenotazione di un pacchetto turistico, molto spesso la consegna del bene viaggio avviene in un momento futuro, pertanto anche gli adempimenti fiscali hanno una tempistica differente rispetto ad altre attività. Intendiamo dire che un’agenzia di nuova apertura verosimilmente non inizierà a produrre fatturato immediatamente, o almeno non si tratta di un automatismo perfetto. Per questo motivo, le agenzie di nuova apertura sono penalizzate rispetto alle altre, proprio perché non esiste questa corrispondenza temporale tra vendita e fattura.
In secondo luogo, il mondo intero sta vivendo una delle crisi più drammatiche degli ultimi tempi e riconosciamo l’immane lavoro del governo per accelerare l’uscita da questo momento. Oggi, però, chiediamo che sia riconosciuta anche la nostra condizione di esclusi e di rientrare nei ristori, eliminando il vincolo del fatturato dalle misure predisposte dal governo.
Possiamo provare di aver lavorato e di aver subìto le conseguenze del Covid 19. Anche noi abbiamo creduto nelle istituzioni, raccolto tutte le raccomandazioni e spiegato ai nostri clienti le difficoltà e le incertezze legate anche di un semplice weekend all’estero. Anche noi dal mese di febbraio abbiamo dovuto cancellare pratiche e rimborsare, con la correttezza che ci contraddistingue, tutti i nostri clienti. E anzi, abbiamo lavorato anche nei mesi di lockdown – come tutte le altre agenzie – per assistere clienti bloccati all’estero, per evitare loro danni maggiori. E lo abbiamo fatto gratuitamente, perché la categoria degli agenti di viaggi è formata da professionisti che non si limitano a concludere la vendita, ma sono presenti anche nelle difficoltà, senza vincoli di orario o di giorni festivi.
Anche noi abbiamo avuto una piccolissima e insufficiente ripresa nei due mesi di luglio e agosto, ma abbiamo dovuto fermarci nuovamente assistendo ad una progressiva chiusura di quelle pochissime destinazioni europee ancora raggiungibili. Anche noi oggi ci ritroviamo a tenere solo formalmente aperte le nostre agenzie di viaggi, ma sostanzialmente è come se fossero chiuse. Anche noi non vediamo più clienti nelle nostre agenzie, se non per l’ennesima riprotezione dopo cancellazioni di voli aerei, di crociere, di pacchetti turistici, se non per assicurare rimborsi, se non per dare assistenza a quanti hanno visto stravolti i loro programmi. E, infine, anche noi paghiamo assicurazioni obbligatorie, fondi contro l’insolvenza, affitti, utenze, canoni bancari.
«Siamo ancora in un limbus dal quale nessuno ha saputo tirarci fuori. Oggi ci siamo riuniti per richiamare l’attenzione sulla nostra categoria di nuove agenzie escluse dai ristori», conclude la lettera, con le nuove adv che chiedono quindi alle istituzioni che «venga rivisto il decreto Ristori e che siano inserite i nostri codici Ateco 79.11 e 79.12 nell’Allegato 1, garantendoci quanto previsto dal comma 4, ossia un contributo in assenza dei requisiti di fatturato per i soggetti che hanno attivato la partita Iva dal 1° gennaio 2019. Tale contributo – specificano infine – dovrà essere determinato applicando la percentuale del 400% agli importi minimi di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. Riteniamo, infatti, di poterci equiparare a discoteche, sale da ballo, night club e simili in quanto abbiamo lavorato soltanto nei mesi di luglio e agosto. Come precedentemente scritto, le nostre agenzie sono aperte solo formalmente».