by Claudia Ceci | 1 Marzo 2021 7:00
«Il film è meglio del trailer». Così il presidente di Aeroviaggi Marcello Mangia annuncia la riapertura a brevissimo. E prima di tutti. Si comincia tra pochi giorni, il 12 marzo, con il Club Torre del Barone a Sciacca, in Sicilia. Intanto l’operatore lavora su una nuova struttura in Italia – per questo o per il prossimo anno – e annuncia il rebranding degli alberghi, con un nuovo nome in programma a maggio. Azioni che si aggiungono all’ampliamento del target di riferimento: alcune strutture del gruppo punteranno infatti su una clientela di fascia medio-alta. Sono solo alcune delle anteprime dell’operatore, che investe e scommette su futuro e ripresa[1]. E ha voglia di farsi conoscere sempre di più anche dal mercato internazionale.
Partiamo con le novità per la stagione…
«Riapriamo il 12 marzo con Torre del Barone, a Sciacca, dove abbiamo completato il rinnovamento con l’apertura di una spa di 1.050 metri quadrati. La stagione riparte con responsabilità e nel segno della sicurezza: riduciamo la capienza, al momento del 50%, poi in seguito valuteremo in base alle misure governative. Abbiamo un medico aziendale che farà il test rapido gratuito al personale e a tutti i clienti in arrivo, che per ora saranno siciliani. Sarà un hotel Covid free. Riapriamo per primi come resort sun&beach come avevamo fatto l’anno scorso, quando siamo stati i primi in Europa. Accogliamo subito famiglie e gruppi di sportivi che verranno ad allenarsi nella nostra struttura, tra cui il campione italiano di triathlon. In programma anche il Sicily International Triathlon il 27 marzo».
Ma non è l’unica novità.
«L’altra grande novità è l’apertura di una nuova struttura in Italia, non in Sicilia o Sardegna, per questo o per il prossimo anno».
Quali sono le previsioni per l’estate?
«Abbiamo voglia di fare una buona stagione, consapevoli che c’è da attendere che la situazione migliori. Siamo molto fiduciosi che per maggio la situazione si normalizzi e si vada verso un’estate a pieno regime. Ci sentiamo in dovere, in un certo senso, di dare un segnale. Per i nostri dipendenti e in generale per l’ambiente turistico siciliano. Abbiamo una forte domanda interna che ovviamente limitiamo, perché apriremo la metà delle nostre stanze. Ma non possiamo più stare fermi ad aspettare. A marzo apriamo anche la nostra accademia a Sciacca, un evento di formazione per quasi 500 addetti stagionali. Attraverso il contributo dei nostri ospiti, avremo ospiti importanti come Gennaro Esposito e grandi nomi della gastronomia».
Ha parlato anche di espansione internazionale.
«Questo rientra nei programmi futuribili. Puntiamo al Mediterraneo con possibile espansione in Grecia e Spagna. Ma prioritarie restano Sicilia, Sardegna e Puglia, che sarà la nostra prossima destinazione».
Il 2020 è stato l’anno per riportare il marchio Valtur in Sicilia grazie all’accordo con il Gruppo Nicolaus. Una collaborazione destinata ad ampliarsi? Ci sono altre partnership in cantiere?
«Crediamo molto in questo accordo con Valtur e cercheremo nuovi sviluppi. Quest’anno abbiamo siglato anche un importante partnership con Alpitour, nostro cliente storico, per due nostri alberghi che diventano Alpi Club: il Cala Regina a Sciacca e il Costanza Beach a Selinunte. La collaborazione con Nicolaus invece comprende il Borgo Rio Favara, nei pressi di Ispica (Ragusa) e l’Hotel del Golfo, nuova struttura in Sardegna nei pressi di Stintino».
Quali sono le chiavi per il rafforzamento del brand Aeroviaggi?
«Vogliamo farci conoscere, comunicare quello che siamo. Far conoscere le nuove strutture per quelle che sono, e stiamo preparando video ad hoc. Attraverso gli strumenti di marketing vorremmo ampliare il nostro parco clienti a livello internazionale».
Arriva poi il nuovo brand a maggio.
«Aeroviaggi è un marchio già conosciuto in Italia. Avremo anche un nuovo brand da maggio, un nuovo nome per la catena alberghiera da veicolare anche all’estero. E cercheremo di muoverci verso una fascia di clientela più alto spendente. Stiamo incrementando i servizi di qualità in parte dei nostri alberghi per riuscire a raggiungere mercati non solo italiani. Così possiamo allungare la stagione e raggiungere fasce più direzionate sul quattro stelle».
Immagina per l’estate una ripresa del turismo anche dall’estero?
«Sì, il nostro principale cliente internazionale è Tui, che con noi ha sette alberghi. Cominceranno il 23 aprile in Sicilia e a metà maggio in Sardegna. Loro per primi sono assolutamente convinti di una ripartenza forte da metà maggio, soprattutto dalla Francia. E in effetti continuano ad arrivare prenotazioni a ritmo soddisfacente dall’estero per tutto il periodo giugno-settembre».
Pensate che la fascia medio-alta sia il target turistico del futuro?
«Pensiamo che anche questa parte vada attenzionata. Vorremmo creare un mix di clientela all’interno della catena. Non abbandoniamo assolutamente il mercato degli hotel club, veicolati soprattutto attraverso i tour operator, ma sappiamo che c’è una fascia che possiamo andare a conquistarci nella resortistica con prodotti di alta qualità, come per esempio il Pollina Resort o il Torre del Barone, che in Sicilia non temono confronti».
Vacanze all’aria aperta come chiave per la ripresa?
«Spinti dallo studio, dall’inizio della pandemia abbiamo massimizzato il concetto di open air resort. Abbiamo a disposizione tantissimo spazio, circa 500 ettari in totale nelle nostre strutture. Solo lo Sciacca Mare ha 80 ettari. Abbiamo creato all’aperto zone dedicate ai bambini, comprese nuove grandi piscine, e spazi per solo adulti, per un concetto di vacanza open air di relax e sicurezza, senza assembramenti. E di pari passo continuiamo a investire su sostenibilità e plastic free».
Cosa intende per lusso autentico?
«Più che lusso mi piace parlare di comfort. Massimo e autentico. Non pensiamo al 5 stelle, ma al fatto di avere il 90% di camere vista mare, grandissimi spazi, cura della gastronomia, contatto con la natura. L’ideale per una famiglia, con relax e intrattenimento. Quella che per noi è la vacanza ideale. Non è un lusso solo nell’hardware, anche se tutte le camere sono state rinnovate con un investimento di 75 milioni in 5 anni per tutte le nostre strutture. Per il futuro, vorremmo porci come ambasciatori del territorio».
Siamo solo all’inizio, ma qual è la prima impressione dell’approccio del governo Draghi al turismo e dell’istituzione di un ministero dedicato?
«Sono molto contento. Ho grandi aspettative legate al carisma, alla professionalità e alla reputazione di Draghi. Sono favorevolmente impressionato dai primi passi e dal rinnovato interesse del governo nei confronti del settore. È un po’ presto per giudicare, ma l’istituzione di un ministero del Turismo è già un segnale molto importante. Il ministro Garavaglia ha grandi competenze economiche. Mi chiedono se sono preoccupato che non ci siano nell’esecutivo ministri o figure chiave della Sicilia, ma a me importa solo che siano bravi».
È recentemente scomparso Bruno Colombo. Mi chiedevo se la sua filosofia sia stata fonte di ispirazione anche per Aeroviaggi in fase di avvio…
«Ho conosciuto Bruno Colombo a Milano a metà anni ’90. Persona deliziosa e grande professionista, con capacità commerciale senza eguali. Una figura importantissima per il turismo. Con I Viaggi del Ventaglio ha creato un prodotto perfetto per l’Italia, riprendendo il principio Club Med-Valtur e adattandolo al contesto nazionale. Ma la nostra fonte di ispirazione è sempre stata mio padre».
A proposito, rimanete un’azienda familiare…
«Aeroviaggi sta affrontando un passaggio generazionale importante in un momento delicato. Mio padre non è stato solo il fondatore, ma l’anima e il trascinatore dell’azienda. Ora siamo quattro fratelli e ci sono già tre nipoti – la terza generazione – con ruoli importanti all’interno del gruppo. Ci siamo trovati con un’azienda con 1.200 dipendenti, 100 milioni di fatturato e un patrimonio immobiliare di circa 300 milioni, catapultati in questa nuova avventura. Sono fiero di dire che andiamo tutti d’accordo e che l’azienda ha continuato a marciare spedita, nonostante le difficoltà e qualche fosca previsione della nostra concorrenza. Siamo uniti e in sintonia e non era affatto scontato. La nostra è una family company. Condividiamo tutte le scelte e questo per me è più importante di fare fatturato. Non siamo semplici soci, ma abbiamo fatto un trust che ci lega per sempre. E a livello di decisioni condivise, abbiamo continuato a pagare gli stipendi interi a tutti i dipendenti in questi mesi».
Inoltre è arrivata la new entry Luca Di Persio.
«È un grande valore aggiunto, perché apre strade in un mondo che non conoscevamo. Luca ha una grande esperienza nel mondo del marketing e nell’approccio ai mercati diretti internazionali, in particolare le agenzie di viaggi. Stiamo mettendo in campo tanti progetti da sviluppare in futuro. Abbiamo sempre lavorato tanto con i tour operator stranieri, con il meccanismo del vuoto-pieno, per cui con un prodotto abbastanza standardizzato che era uscito da certi mercati. Ora è invece il momento di farci apprezzare. Lo abbiamo testato l’anno scorso, ci siamo trovati soli, senza t.o., e siamo andati sul mercato diretto. E dal punto di vista di incassi per persona per stanza è stato il miglior anno di Aeroviaggi di sempre. Nel pezzo di stagione che abbiamo potuto fare, abbiamo riempito i resort. Ci siamo ritrovati con un Ebitda positivo, credo un caso raro nel mondo. Questo ci ha detto che è opportuno avere un mix di clientela, anche per essere più solidi e sicuri».
Quali sono le politiche per le agenzie di viaggi?
«Vogliamo coinvolgere le agenzie in tutte le nostre novità, perché restano la principale fonte di traffico commerciale. Abbiamo nuove politiche per la vendita dei nostri prodotti e lanceremo un programma per le adv nelle prossime settimane».
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