by Redazione | 11 Maggio 2022 10:03
L’industria marittima internazionale rappresenta circa il 90% del commercio mondiale, quindi la sicurezza delle navi è fondamentale. Lo scorso anno il settore è riuscito a mantenere il suo trend positivo nonostante la pandemia, ma l’invasione russa in Ucraina, il crescente numero di problematiche dai costi importanti che coinvolgono le grandi navi, la congestione dei porti e anche la gestione degli impegnativi obiettivi di decarbonizzazione non stanno lasciando spazio alla tranquillità secondo quanto emerge dal Safety & Shipping Review 2022 di Allianz Global Corporate & Specialty Se (Agcs).
«Il settore dei trasporti ha dimostrato un’enorme capacità di resilienza nel corso di questi ultimi difficili anni, come testimonia il boom a cui assistiamo oggi in diversi settori dell’industria – dichiara il capitano Rahul Khanna, global head of marine risk consulting di Allianz Global Corporate – Le perdite totali sono ai minimi storici, tuttavia la tragica situazione in Ucraina ha causato problemi diffusi nel Mar Nero e altrove, aggravando la situazione delle supply chain già sotto pressione e anche i disagi già esistenti provocati della pandemia di Covid-19 e non solo».
Lo studio annuale di Agcs analizza le perdite e i sinistri (incidenti) di navigazione segnalati per navi oltre le 100 tonnellate lorde. Nel 2021 sono state riportate 54 perdite totali di navi a livello mondiale, rispetto alle 65 dell’anno precedente. Questo rappresenta un calo del 57% in 10 anni (127 nel 2012), mentre durante i primi anni ’90 la flotta mondiale perdeva più di 200 navi all’anno.
La riduzione delle perdite totali nel 2021 è resa più impressionante dal fatto che attualmente esistono circa 130mila navi nella flotta mondiale rispetto alle circa 80mila di 30 anni fa. Tale progresso riflette la maggiore attenzione alle misure di protezione attraverso programmi di formazione e sicurezza, il miglioramento del design delle navi, la tecnologia e la regolamentazione.
Secondo il rapporto, si sono verificate quasi 900 perdite totali negli ultimi dieci anni (892). La regione marittima della Cina meridionale, Indocina, Indonesia e Filippine è la zona dove se ne registrano di più, con una su cinque nel 2021 (12) e una su quattro nell’ultimo decennio (225), conseguenza dell’alta concentrazione di commercio in quelle aree, porti congestionati, flotte più vecchie e condizioni meteorologiche estreme. A livello mondiale, le navi da carico (27) rappresentano la metà delle navi perse nell’ultimo anno e il 40% nell’ultimo decennio. Il naufragio (affondamento/sommersione) è stata la causa principale delle perdite totali nell’ultimo anno, pari al 60% (32).
Mentre le perdite totali sono diminuite nell’ultimo anno, il numero di incidenti di navigazione segnalati è aumentato e le Isole britanniche ne hanno registrato la maggior parte (668 su 3.000). I danni ai macchinari hanno rappresentato più di un incidente su tre a livello globale (1.311), seguiti da collisioni (222) e incendi (178), con un aumento del numero di questi ultimi di quasi il 10%.
«Il settore assicurativo vedrà probabilmente un certo numero di richieste di risarcimento nell’ambito delle polizze rischio guerra da parte di navi danneggiate o perse a causa di mine marine, attacchi missilistici e bombardamenti nelle zone di conflitto – spiega Justus Heinrich, global product leader, marine hull, Agcs – Gli assicuratori potrebbero anche ricevere richieste di risarcimento nell’ambito di polizze marine con estensione al rischio guerra per navi e carichi bloccati o intrappolati nei porti e nelle acque costiere ucraine».
Inoltre, il rapporto nota che lo slancio e gli sforzi internazionali che si stanno compiendo per affrontare il cambiamento climatico mettono il settore marittimo sotto una crescente pressione per accelerare il suo impegno nella sostenibilità, dato che le relative emissioni di gas serra sono cresciute di circa il 10% tra il 2012 e il 2018.
La decarbonizzazione richiederà grandi investimenti in tecnologia verde e carburanti alternativi. Un numero crescente di navi sta già passando al gas naturale liquefatto (Lng), mentre un alcuni altri carburanti, tra cui ammoniaca, idrogeno e metanolo, sono in fase di sviluppo, così come navi a propulsione elettrica. La transizione ai carburanti alternativi porterà probabilmente un aumento di richieste di risarcimento per guasti ai macchinari, mentre la nuova tecnologia si assesta e gli equipaggi si adattano alle nuove procedure.
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