by Giorgio Maggi | 2 Settembre 2020 10:14
Le ultime in ordine di tempo sono state Ryanair e Volotea. La prima, offrendo addirittura a 5 euro biglietti per Europa, Nord Africa e Medio Oriente; per la low cost spagnola invece, le tariffe della campagna “L’estate sta finendo, ma la voglia di viaggiare resta” partivano da una soglia più “normale”, 9 euro, simile ai 9,99 a partire dai quali Wizz Air ha lanciato i nuovi voli per Palermo e Catania, operati da Malpensa.
Una pioggia di offerte dunque, pensata dai vettori a basso costo (silenzio assoluto, o quasi, invece, sul fronte prezzi da parte delle compagnie tradizionali) per stimolare la domanda del traffico europeo alla vigilia di un autunno che metterà ancora più a dura prova i conti e la sopravvivenza dei vettori in tutto il mondo (le ultime previsione Iata parlano di un ritorno ai livelli pre-coronavirus del traffico aereo globale non prima del 2024).
Ma chi si aspetta una discesa generalizzata dei prezzi nei prossimi mesi, complice un traffico aereo che stenta a decollare, forse dovrà rimandare i festeggiamenti. E’ vero, sostengono alcuni, che le tariffe non potranno salire più di tanto grazie al fatto che i costi del carburante sono bassi, e le compagnie aeree continuano, nonostante i tagli a flotta e personale, a volare con più capacità di quanto la domanda possa supportare.
D’altro canto però, ciò che invece potrebbe spingere al rialzo i prezzi, come ha sottolineato recentemente il numero uno di Emirates, Tim Clark, è la possibilità che alcuni vettori falliscano, ipotesi quanto mai attuale in un’epoca di consolidamento del mercato come l’attuale.
E se per una compagnia – soprattutto se a basso costo – il modo migliore per generare denaro rimane pur sempre quello di riempire le cabine dei passeggeri, non bisogna dimenticare che le tariffe sono influenzate anche dal numero di posti offerti a livello globale. Un numero che, con gli aerei passeggeri in gran parte a terra (una stima suggerisce che quasi il 30% dei 26.000 jet commerciali di tutto il mondo sono bloccati sulle piste aeroportuali), si è ridotto drasticamente rispetto al passato, offrendo alla compagnie, più che ai (pochi) viaggiatori, il “potere” di fissare i prezzi.
Ma non è finita: sono in molti coloro che suggeriscono come i biglietti aerei siano destinati a diventare meno economici nei prossimi mesi. Colpa non solo dei “costi extra” imposti dalla varie misure di distanziamento sociale previste sugli aerei (costi che, ovviamente, verranno trasmesso ai passeggeri), ma anche delle tariffe di esercizio aggiuntive richieste dagli aeroporti dovute ai protocolli Covid-19. Anch’esse, destinate in ultima analisi a pesare sulle tasche dei viaggiatori.
Del resto, basta dare un’occhiata ai principali motori di ricerca per accorgersi che volare in periodo di post-pandemia non è affatto diventato più economico. Così, se per destinazioni come Barcellona il costo di un volo andata e ritorno da qui a pochi giorni può non superare i 50 euro, per mete considerate più “sicure”, o a vocazione business come Londra o Francoforte, le tariffe salgono vertiginosamente.
Una tendenza, quella appena descritta, confermata anche dall’andamento dei prezzi per tratte domestiche ad alto “yield”, come la Roma-Catania. Dove, per un biglietto andata e ritorno in giornata, durante la prossima settimana, la tariffa sfiora i 200 euro.
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